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Prima l'addio a Forza Italia, ora l'avvicinamento più marcato verso i lidi di Fdi. È la rotta dell'ex governatore Stefano Caldoro che rimarca il suo addio agli azzurri e prepara, per il nuovo anno, il cambio di denominazione anche del gruppo in consiglio regionale. Da Caldoro presidente/Forza Italia si dovrebbe passare a Riformisti e liberali. Costringendo il terzo componente, l'azzurro Francesco Cascone, ad adeguarsi o, quasi sicuramente, a passare nel misto. Lasciando così il gruppo ai soli socialisti Caldoro e Massimo Grimaldi. Anche per questo e non solo per il tradimento scatta l'ira del partito di Silvio Berlusconi. «Caldoro è fuori dalla realtà. Da lui ci saremmo aspettati un po' di sincerità in più», attacca Francesco Maria Rubano, deputato e vice coordinatore regionale di Fi.
«Restiamo dove siamo dal 1994, nel campo delle libertà e di quelli che vogliono e realizzano le Riforme. È per questo che rinnoviamo l'impegno nella coalizione di centrodestra. Con il premier Giorgia Meloni sulla riforma della giustizia, sul presidenzialismo e su tanti altri temi c'è totale sintonia. Il presidente del Consiglio sta dimostrando notevole capacità di governo e di leadership politica che merita il più convinto sostegno», ragiona l'esponente socialista a margine di un'iniziativa politica del suo partito a Napoli.
Sul futuro della formazione socialista Caldoro spiega come «abbiamo avviato la campagna di adesioni su tre temi che sono anche il bagaglio storico dei riformisti: presidenzialismo, garantismo e rassemblement unico. La nostra sarà una comunità moderna, snella. Chi vorrà esserci potrà farlo garantendo impegno aderendo a singole battaglie». Forza Italia appartiene al passato, invece: «Non si sono più le ragioni per continuare nel rapporto federativo. Fi ha scelto una posizione solo difensiva, chiusa in una limitata classe dirigente interna, abbandonando tra l'altro il Sud, storico bacino elettorale. Berlusconi - conclude - rimane un leader che merita rispetto e stima ma è cambiata la prospettiva del suo partito che esclude e non include».
Parole che non piacciono affatto agli azzurri campani.
«Caldoro è fuori dalla realtà. In Forza Italia, accolto con la sua piccola formazione, è stato deputato, sottosegretario, viceministro, presidente della Regione Campania, poi front-runner alle regionali, e consigliere regionale nell'arco di 22 anni di carriera politica. Adesso scopre che Fi non sarebbe un partito inclusivo e che avrebbe abbandonato il Sud», attacca Francesco Maria Rubano, deputato e vice coordinatore regionale azzurro. E aggiunge: «La prima affermazione è smentita dalla sua biografia politica. La seconda dai risultati elettorali di in Campania e dal radicamento di Fi nelle regioni meridionali, dove governiamo Sicilia, Calabria, Basilicata e Molise».
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Il Mattino