Camera di commercio di Napoli, opposizioni all'attacco: «Troppe anomalie, ora il commissario»

Camera di commercio di Napoli, opposizioni all'attacco: «Troppe anomalie, ora il commissario»
Venti di guerra alla Camera di commercio. Le associazioni che rappresentano l'opposizione al leader Ciro Fiola scrivono ai ministri Giorgetti e Franco per contestare...

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Venti di guerra alla Camera di commercio. Le associazioni che rappresentano l'opposizione al leader Ciro Fiola scrivono ai ministri Giorgetti e Franco per contestare l'operato della maggioranza, invocando l'intervento delle istituzioni. Sembra finito, dunque, il periodo di calma apparente tra i due schieramenti. Si preparano le grandi manovre in vista delle elezioni che si terranno l'anno prossimo. In una lettera indirizzata ai ministri dello Sviluppo economico e delle Finanze e alle istituzioni locali, le associazioni effettuano un'ampia disamina su quelli che ritengono i «vulnus statutari dei vertici della Camera di commercio», accompagnata dalle «osservazioni critiche sui dati di bilancio». A firmare il documento è il nucleo delle associazioni storiche: Ance, Claai, Cna, Compagnia delle Opere, Confapi, Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio.

«I consiglieri di minoranza - si legge nel testo - sottopongono alle strutture amministrative con poteri di controllo sulla Camera la richiesta di valutare la correttezza della governance, anche al fine di considerare l'ipotesi di un eventuale commissariamento per rilevanti attività in contrasto con le disposizioni statutarie e per la dissennata amministrazione dell'ente». Un atto d'accusa che muove da un punto. «A Napoli vi è una situazione del tutto anomala: l'Ente è governato da due associazioni gemelle (stessa sede, stessi soci) di recentissima costituzione che non solo non vantano alcuna presenza in altri consigli camerali italiani, ma che non sono neppure state ammesse alle procedure di verifiche dei dati per l'accesso ai consigli camerali». Il riferimento è a Aicast e Assimprese e le associazioni rilanciano in parte le accuse formulate in occasione delle passate elezioni, che determinarono numerosi ricorsi e che si conclusero poi con la conferma dell'esito favorevole a Fiola. Il documento prosegue con l'elenco degli addebiti mossi alla maggioranza in consiglio camerale. «Non sono mai state costituite, - sostengono le associazioni - nonostante le reiterate richieste dei consiglieri di opposizione, le commissioni statutarie che avrebbero dovuto assicurare il dibattito interno: non sono quindi stati costituiti gli organi che avrebbero competenza sulla definizione della programmazione o sul bilancio dell'ente né quelle che avrebbero dovuto monitorare i servizi alle imprese. Inoltre, la documentazione è stata resa disponibile ai consiglieri sempre con grave ritardo». Le associazioni contestano ai vertici camerali anche di aver «sistematicamente limitato le convocazioni del consiglio tanto da non assicurare nemmeno il numero minimo di convocazioni stabilite dal regolamento del consiglio camerale». E, in molti casi, sostengono gli autori della missiva, «gli emendamenti proposti dai consiglieri della minoranza non sono nemmeno stati presi in considerazione durante le sedute del consiglio e neppure messi ai voti». Ma i rappresentanti delle associazioni asseriscono di «aver rifiutato di essere coinvolti nella gestione dell'ente negandosi l'accesso alla Giunta ed essersi riservati solo il ruolo di controllo e indirizzo in Consiglio, proprio perché ritenevano l'establishment inadatto alla funzione». Un attacco su tutta la linea, quindi. L'elenco delle contestazioni prosegue con la mancata sostituzione di 8 componenti del consiglio camerale, per la difficoltà a rimpiazzare i decaduti o dimissionari.

Non mancano le considerazioni sul fronte del bilancio camerale, che, «negli anni di competenza dell'attuale governance, è stato chiuso stabilmente in passivo ed anche la previsione per il 2022 prevede oltre 7 milioni di perdite naturalmente a tutto detrimento delle riserve che, con questo trend, non rimarranno disponibili a lungo, senza peraltro alcun apprezzabile risultato in termini di servizi alle imprese». Quest'ultimo punto è legato alla presunta «cronica incapacità a incassare i contributi camerali da parte delle aziende che hanno accumulato una morosità impressionante: nel 2020 non sono stati incassati 15,8 milioni di diritti camerali rispetto ai 30,3 milioni dovuti». E, in ultima analisi, c'è il riferimento «ai bandi rivolti alle associazioni 2020 e 2021, entrambi del valore di 2.500.000, che hanno visto nel primo caso il 17,1% delle risorse complessive (ed il 53,7% di quelle assegnate) e nel secondo caso il 33% delle risorse complessive (ed il 58% di quelle assegnate), almeno inizialmente, appannaggio delle associazioni gemelle Aicast e Assimprese che si riconoscono nel presidente della Camera napoletana». Tutte queste motivazioni inducono le associazioni a «chiedere l'intervento risoluto da parte delle autorità di vigilanza sulle attività dell'Ente, valutando finanche la possibilità di procedere ad un commissariamento». 

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Il Mattino