Camorra a Napoli, il figlio del boss di Fuorigrotta deve tornare in manette. E tornano le bombe

Camorra a Napoli, il figlio del boss di Fuorigrotta deve tornare in manette. E tornano le bombe
Non ci sono stati dubbi per i giudici del Riesame: Giuseppe Troncone deve tornare in cella. Va ritenuto un soggetto pericoloso, in grado di intimidire, di agire a volto scoperto...

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Non ci sono stati dubbi per i giudici del Riesame: Giuseppe Troncone deve tornare in cella. Va ritenuto un soggetto pericoloso, in grado di intimidire, di agire a volto scoperto potendo contare su una buona dose di omertà, fino ad imporre la propria legge su un pezzo di città, parliamo di Fuorigrotta, all'esterno della galleria Laziale. Eccole le motivazioni che hanno spinto i giudici del Tribunale del Riesame ad accogliere l'appello della Procura di Napoli e a disporre gli arresti a carico del figlio del presunto boss di Fuorigrotta Vitale Troncone. Una svolta che - almeno per il momento - ha solo un carattere formale, dal momento che per il presunto rampollo della camorra napoletana c'è sempre la possibilità di ricorrere per Cassazione. Ma proviamo a capire in che cosa consiste la possibile svolta investigativa. Inchiesta condotta dal pm anticamorra Salvatore Prisco, riflettori puntati su quanto sarebbe avvenuto lo scorso cinque ottobre, in via Caio Duilio: Troncone, spalleggiato dal parente e presunto complice Andrea Merolla (poi ucciso a novembre, ndr), avrebbe affrontato picchiato a sangue due rapinatori, rei di aver invaso il territorio di competenza della propria famiglia. Una ricostruzione che aveva spinto la Procura di Napoli a firmare un fermo a poche ore da Natale, anche sull'onda d'urto di quanto avvenuto il 23 dicembre, sempre in via Caio Duilio, dove killer (per il momento) senza nome spararono al volto del boss Vitale Troncone (scampato miracolosamente alla morte, viene considerato fuori pericolo). Una ricostruzione che non convinse il gip del Tribunale di Napoli, che decise di non convalidare il fermo, alla luce di due considerazioni: la fonte che aveva ispirato le indagini a carico di Troncone jr, a proposito del pestaggio, era rimasta confidenziale (con inevitabili ripercussioni sotto il profilo dell'agibilità processuale); le immagini delle telecamere che inquadravano Troncone jr e Merolla erano tutt'altro che nitide. Oggi, c'è una rivalutazione degli elementi di prova, che ha spinto il Riesame (dodicesima sezione: Francesco Cananzi, a latere Maria Gabriella Pepe e Roberta Ianuario) a firmare un provvedimento di segno opposto a quello di qualche mese fa: ci sono gli indizi per far scattare gli arresti a carico di Giuseppe Troncone, proprio alla luce di quanto emerso da una fonte confidenziale (evidentemente timorosa di accusare il boss di Fuorigrotta), ma anche sulla scorta della valutazione fatta dagli agenti di polizia sulle immagini estrapolate dal circuito di videosorveglianza. Difeso dai penalisti Antonio Abet e Andrea Lucchetta, ora Troncone jr punta al Riesame, nel tentativo di scongiurare le manette. Uno scenario che resta rovente, quello di Fuorigrotta.

Due sere fa, sono stati esplosi colpi di arma da fuoco nei pressi di via Costantino, zona ritenuta sotto l'egemonia dei Troncone, che torna ad essere teatro di stese, agguati incrociati, avvertimenti. Fatto sta che i colpi hanno danneggiato un'auto in sosta e un'abitazione, probabile guanto di sfida da parte della fazione opposta ai Troncone.

Dinamiche che non appartengono solo alla periferia, secondo quanto emerge da una nota diramata ieri dai carabinieri: due notti fa, in via Amerigo Vespucci 117, è stata fatta esplodere una bomba carta. Un ordigno rudimentale - scrivono gli inquirenti -, davanti all'attività commerciale C-Rent, danneggiandone la serranda, l'insegna e la vetrata, in uno scenario destinato a ulteriori approfondimenti. Stando a quanto sostenuto dai titolari dell'attività di autonoleggio (che va ritenuta estranea a vicende criminali), non ci sarebbero state richieste estorsive, ma è logico pensare che le indagini dei militari di Borgoloreto battano la pista estorsiva. Ma torniamo alla faida di Fuorigrotta. Un quartiere quotidianamente a rischio, stando alle più recenti ricostruzioni del pool anticamorra, teatro dello scontro tra i Troncone e i Sorianiello: una faida che vede sullo sfondo il braccio di ferro tra i due cartelli egemoni a Napoli, vale a dire l'Alleanza di Secondigliano e il clan Mazzarella. 

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Il Mattino