Napoli, le mani della camorra sulle aste immobiliari: tre arresti

Minacce per aggiudicarsi due appartamenti: colpo al clan Amato-Pagano

La Procura di Napoli
C'era il clan Amato Pagano dietro il tentativo di condizionare il regolare svolgimento delle aste immobiliari, un chiaro tentativo di riciclare il denaro sporco, provento dei...

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C'era il clan Amato Pagano dietro il tentativo di condizionare il regolare svolgimento delle aste immobiliari, un chiaro tentativo di riciclare il denaro sporco, provento dei traffici illeciti di droga. È su questa ipotesi investigativa che stamattina sono scattate le manette per tre presuti affiliati alla cosca dell'area nord di Napoli.

Polizia e Carabinieri hanno dato esecuzione alla misura firmata dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nei confronti di tre persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di estorsione consumata e tentata, aggravate dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan Amato-Pagano. Gli indagati avrebbero minacciato un imprenditore di Melito per ottenere il versamento di somme di denaro per l’aggiudicazione all’asta di due immobili.

A finire in manette sono stati Enrico Bocchetti, 57 anni; Pasquale Furiano, 26 anni; e Salvatore Silvestri, 50enne. Il quadro investigativo si riferisce ad un'asta che si era appena conclusa presso il Tribunale di Napoli Nord: gli arrestati, secondo l'accusa, avrebbero avvicinato il padre della persona che si era aggiudicato due immobili, minacciandolo per il solo fatto che la sua partecipazione alla gara avrebbe escluso il clan Amato pagano dall'affare sul quale aveva messo le mani. «Queste case se le deve comprare la "famiglia", hai capito? Ma ora che se l'è prese tuo figlio, allora ci devi dare 14mila euro», queste le parole con le quali - all'interno di un bar - uno degli indagati avrebbe indirizzato all vittima, un imprenditore di Melito. 

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Il Mattino