Droga dal Sudamerica, scacco matto ai clan De Micco e Mazzarella

La droga - cocaina, hashish e marijuana - scorreva a fiumi partendo dal Sud America, transitando in Spagna e in Olanda prima di arrivare a Napoli. A garantire le consegne e a...

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La droga - cocaina, hashish e marijuana - scorreva a fiumi partendo dal Sud America, transitando in Spagna e in Olanda prima di arrivare a Napoli. A garantire le consegne e a stipulare gli accordi ci pensava una rete internazionale di «broker», veri e propri intermediari non sempre legati ai cartelli della criminalità organizzata.

Uno schema ormai consolidato, già emerso da numerose indagini. I terminali del traffico illecito erano però tutti napoletani: soggetti legati alla camorra dell'area orientale. Tutti elementi considerati «vicini» a due clan della zona: i De Micco di Ponticelli e i Mazzarella di San Giovanni a Teduccio.
 
All'alba di ieri 17 persone ritenute responsabili del traffico internazionale di stupefacenti sono state arrestate dagli agenti della Squadra mobile di Napoli, in esecuzione di altrettanti provvedimenti richiesti dalla Direzione distrettuale antimafia ed emessi dal gip. Quattro soggetti sono riusciti a sfuggire alla cattura e vengono ora ricercate attivamente. I destinatari dei provvedimenti devono rispondere, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico e alla commercializzazione di sostanze stupefacenti e detenzione e porto di armi da guerra. Le indagini, scattate alla fine del 2015, hanno verificato «stabili rapporti tra gli indagati e ambienti del narcotraffico in Colombia, Spagna e Olanda: luoghi nei quali venivano stipulati gli accordi per l'acquisto e il trasporto della droga in Italia».
 
Una volta giunte (via terra e via mare) sul territorio nazionale, le partite di droga venivano stoccate e destinate ad alimentare la fiorente vendita al dettaglio nelle piazze di spaccio partenopee, con particolare riferimento a quelle attive tra il «Bronx» del Rione Pazzigno, a San Giovanni, e nei «lotti» di Ponticelli un tempo feudo del clan Sarno. Gli arrestati avrebbero gestito anche altri introiti rifornendo di stupefacenti altre regioni, a cominciare da Lazio e Toscana (in particolare verso Latina e Massa Carrara). Nel corso delle indagini, numerosi sono stati i viaggi effettuati dai promotori dell'organizzazione verso gli Stati esteri, nonché le trasferte dei «corrieri» effettuate per rifornire le piazze di spaccio fuori regione. Cospicui, secondo gli investigatori, sono stati i riscontri oggettivi nel corso dell'indagine, e a più riprese - sono state arrestate in flagranza di reato altre cinque persone.


Nel corso delle perquisizioni effettuate l'altra notte la polizia ha anche sequestrato un vero e proprio arsenale: 12 pistole di diverso calibro, due mitragliette Uzi, un fucile di precisione, 636 proiettili di vario calibro diverso, 20 chili di cocaina, altrettanti di hashish, cinque di marijuana, oltre a 10 mila euro in contanti e persino 170 mila euro in banconote da 20 euro false.
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Il Mattino