Camorra e affari, il pentito Iovine: «Cercammo contatti con Giggino Cesaro»

Camorra e affari, il pentito Iovine: «Cercammo contatti con Giggino Cesaro»
Anche l'ex boss del clan dei Casalesi Antonio Iovine, che da tre anni sta collaborando con la giustizia, è stato interrogato dai magistrati della Dda di Napoli...

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Anche l'ex boss del clan dei Casalesi Antonio Iovine, che da tre anni sta collaborando con la giustizia, è stato interrogato dai magistrati della Dda di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulle infiltrazioni del clan Polverino negli appalti a Marano che ieri ha portato, tra l'altro, all'arresto degli imprenditori Aniello e Raffaele Cesaro, di Sant'Antimo, fratelli del deputato di FI Luigi Cesaro, ex presidente della provincia di Napoli.


I magistrati sottolineano che Iovine «per il suo passato criminale, è un profondo conoscitore degli equilibri esistenti tra le varie fazioni» e «ha anche evidenziato la particolare connotazione imprenditoriale» dei clan. Il suo ruolo di rilievo «gli ha consentito di chiarire allarmanti dinamiche relative ai rapporti tra politica, amministratori pubblici e camorra». Sebbene attivo in un'altra area «geocriminale» - affermano i magistrati - ha riferito, in due interrogatori, dei suoi contatti con Luigi Cesaro in merito all'affare Texas di Aversa (la riconversione dell'area industriale dell'ex stabilimento Texas Instrument di Aversa). Iovine nei mesi scorsi è stato interrogato dai pm della Dda Mariella Di Mauro e Giuseppe Visone, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, in merito ai presunti contatti con Cesaro.

«Di Cesaro - spiega Iovine - avevo già sentito parlare in una riunione tra me, Michele Zagaria (altro boss dei Casalesi) e Nicola Panaro nel 2005 o 2006. In quella sede Panaro ci informò che Cesaro aveva interesse nella realizzazione di un affare ad Aversa indicato come Texas, e ci chiese se avevamo il modo di avvicinarlo. Zagaria, per nulla meravigliato di quella richiesta, si assunse l'impegno di farlo. Zagaria aveva ottimi rapporti con la famiglia Verde di Sant'Antimo». In un successivo interrogatorio, i magistrati gli hanno mostrato in foto il parlamentare.


Su legge nell'ordinanza di custodia: «Si tratta di Cesaro, non ricordo il nome è un politico ed è una persona che non ho mai incontrato ma per la quale tramite dei miei affiliati ci mettemmo in contatto con Corrado e Giuseppe De Luca che mi garantivano che avrebbero potuto intercedere per un grosso affare che ci interessava ovvero la riqualificazione dell'area Texas Instrument». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino