Raffaele Cutolo, santini «social» per il trigesimo del professore di Ottaviano

Raffaele Cutolo, santini «social» per il trigesimo del professore di Ottaviano
Non solo altarini e murales, oggi i boss vengono omaggiati anche sui social come un modello da seguire. L’ultima follia sono i santini spuntati su Tik Tok con la foto di...

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Non solo altarini e murales, oggi i boss vengono omaggiati anche sui social come un modello da seguire. L’ultima follia sono i santini spuntati su Tik Tok con la foto di Raffaele Cutolo. Grazie alla vetrina gratuita dei social network c’è chi si vanta su Tik Tok di possedere quell’immagine del boss della Nuova Camorra Organizzata facendone un motivo d’orgoglio. È l’ultima follia made in Naples che, complice la viralità con cui si diffondono certi post, arreca di certo un danno d’immagine incalcolabile alla città e ai suoi residenti perché quel video in cui si mostra il santino del “professore vesuviano” ci ha messo poco a fare il giro del web. Il breve filmato ha raggiunto decine di migliaia di persone in poco tempo e in ogni parte del mondo e tanti altri lo hanno poi diffuso a loro volta. 

Nel video postato su Tik Tok viene così fatta bella mostra del santino del boss morto in carcere lo scorso febbraio. Non solo la foto, chi ha voluto omaggiarlo dietro a quell’immagine ci ha pure aggiunto una delle “poesie” scritte da Cutolo che aveva velleità poetiche. «Come stelle cadenti improvvise e lontane nella mia mente ricordi di un amore - c’è scritto sul retro del santino - poi sassi e polvere. La vita diventa solo una corsa nella notte mentre il mondo passa accanto in fretta ci sono amori che muoiono perché altri possano crescere. Ma quegli amori non scompaiono. Restano per sempre scolpiti nel cuore e nella mente». E adesso invece quell’immagine di Cutolo non è più un culto privato, ma è scolpita per sempre nella memoria del web che nulla dimentica e nulla cancella. L’ostentazione del culto della camorra, proprio come avviene con i murales e gli altarini dedicati a malavitosi e piccoli criminali nelle strade della città, che ora si fa largo grazie alla potenza dei social network. Tra l’altro chi ha postato quel video, probabilmente, neppure era nato quando Raffaele Cutolo fondò la sua Nco, ne resta però il mito da diffondere complice pure la sua recente scomparsa. 

A scoprire quel folle video è stato il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, grazie alle tante segnalazioni di cittadini ormai stanchi di vedere Napoli così rappresentata. «Trovo inquietante - ha spiegato l’esponente dei Verdi - che ancora una volta un boss sanguinario di camorra come Raffaele Cutolo venga esaltato e glorificato sui social in particolare su Tik Tok. Purtroppo c’è una parte della popolazione che venera i delinquenti e i criminali e lo fa oramai in pubblico e senza alcuna vergogna. Un tempo essere un galeotto o un affiliato a un clan era motivo di vergogna oggi invece è addirittura motivo di vanto pubblico. Questo pezzo della società andrebbe rieducato rapidamente e con determinazione cercando almeno di salvare i loro figli». 

Ma un altro il punto che Borrelli vuole cogliere ed è quello della difesa che si fa di alcuni personaggi. «Certi “intellettuali” e certi politicanti sempre pronti a scendere in piazza per difendere i diritti dei criminali, dei camorristi e della delinquenza dovrebbero farsi un esame di coscienza perchè quantomeno sono diventati complici di questa deriva sociale, culturale e criminale senza precedenti contro cui o ci sarà una risposta determinata e compatta oppure travolgerà tutti. Per fortuna sta nascendo anche un movimento spontaneo opposto che ha realizzato ad esempio una controreplica al video pro Cutolo modificandolo con lo stesso soggetto però questa volta dietro le sbarre». 

Nelle ultime settimane il prefetto di Napoli, Marco Valentini, ha avviato una task force per rimuovere tutti gli omaggi dedicati a boss, baby-boss e criminali in giro per la città. L’ultimo colpo è stato abbattere l’altarino dedicato ad Emanuele Sibillo, lì dove ai commercianti taglieggiati veniva chiesto di inchinarsi in segno di devozione. Tolti dalla strada i simboli della malavita ricompaiono sui social network come esempi da seguire. Solo pochi anni fa su una bancarella comparve il santino di un altro cutoliano, il superkiller Pasquale Barra, detto «’o animale». 

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Il Mattino