Raid di camorra a Barra, retata annullata a metà: «Non volevano uccidere»

Raid di camorra a Barra, retata annullata a metà: «Non volevano uccidere»
Non basta scatenare l’inferno nel centro storico di Barra, nelle prime ore di un pomeriggio di primavera, facendo fuoco contro un’auto e ferendo una passante estranea...

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Non basta scatenare l’inferno nel centro storico di Barra, nelle prime ore di un pomeriggio di primavera, facendo fuoco contro un’auto e ferendo una passante estranea al crimine, per essere arrestati con l’accusa di tentato omicidio. Non basta impugnare armi, seminare il panico in sella agli scooter, fare fuoco per rimanere in cella per l’accusa più grave, quella di aver agito dolosamente per ammazzare un possibile rivale nella lotta alla camorra.

No, secondo il riesame di Napoli, i quattro soggetti ritenuti vicino agli Aprea vanno tenuti in cella, sì, ma solo per armi. Non per tentato omicidio. In sintesi, i giudici hanno accolto le conclusioni del penalista Leopoldo Perone (difensore di Luigi, Giovanni, Vincenzo Aprea, e di Fabio Falco), a proposito della mancanza di dolo nella realizzazione dell’intento omicidiario (hanno sparato al parafango dell'auto guidata dall’obiettivo, hanno colpito una passante all’altezza del tallone), confermando la cella per i quattro indagati, per la sola accusa di possesso di armi.

 

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Il Mattino