Al di là di resistenze elettoralistiche e arroccamenti tattici, il futuro è già scritto nei numeri. Secondo le stime del Viminale i migranti attesi nel nostro...
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E la Campania? Dato che la regione conta su una quota di poco più di 28 milioni di euro, pari al 10 per cento dell'intero fondo per le politiche sociali, dovrebbe accogliere nel complesso il dieci per cento dei migranti ospitati in tutto il Paese. Dunque, visto che oggi la Campania ospita 17158 richiedenti asilo, la Regione dovrà farsi carico quest'anno di altri 3mila migranti, per arrivare al totale di 20mila previsti e allinearsi così alla percentuale stabilita in conferenza Stato Regioni.
Stabilito quanti migranti dovrà accogliere ciascuna regione, è ora il momento di stringere la lente: in quali città e quali province devono essere accolti? Le linee guida della ripartizione sono quelle fissate dall'accordo stilato tra Anci e Viminale tra la fine del 2016 e l'inizio di quest'anno, che offre ai Comuni che aderiscono su base volontaria allo Sprar, ossia il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, delle condizioni di accoglienza agevolate. Ai comuni fino a 2mila abitanti, viene garantita la presenza di sei migranti, mentre per i centri più grandi la proporzione è di 3,5 migranti ogni mille residenti. Per le città metropolitane come Napoli, c'è invece un piccolo sconto: due o tre profughi ogni mille abitanti.
L'intento del piano elaborato dal ministro Minniti è piuttosto intuitivo: si mira a un'accoglienza diffusa che non gravi in modo pesante su nessun comune. Il ragionamento che presiede al piano del Viminale è inappuntabile: più si può gestire il fenomeno in modo ordinato, sulla base di adesioni diffuse e volontarie al piano Sprar, più si evita che le prefetture si trovino costrette a reperire in fretta e furia nuove sistemazioni ai profughi in arrivo. Ma i comuni continuano a fare muro, tanto che a oggi sono soltanto 2800 su 8mila quelli che hanno aperto le porte ai richiedenti asilo. Una percentuale dietro la quale si annidano egoismi, ansie e calcoli elettorali, che ancora ieri ha spinto il presidente dell'Anci, Antonio Decaro a tuonare contro i colleghi meno generosi. I migranti, ha detto, «vanno dirottati su quei territori che non fanno accoglienza, secondo quanto prevede l'accordo».
«I sindaci - ha minacciato Decaro - non saranno più bypassati dalle prefetture. Il problema che abbiamo avuto è stato quello della distribuzione non equilibrata sul territorio: ci sono stati comuni con 3.200 abitanti e 1.200 migranti che hanno trovato collocazione in una caserma. È chiaro che in quel caso possono creare paura e atteggiamenti xenofobi». Le obiezioni non sono certo infondate. E tuttavia lo scenario che si profila nei prossimi mesi non ammette rivolte o esitazioni. Gli sbarchi sono quest'anno aumentati del 50 per cento, rispetto al 2016: sulle nostre coste sono già sbarcati 65mila migranti. Non c'è più tempo da perdere.
La Campania per parte sua, sa già che dovrà fare posto ad altri 3mila migranti, che come ricordato andranno ad aggiungersi ai 17158 accolti fino a oggi. L'impatto su Napoli, ragionano in Prefettura, è computabile dati alla mano in circa 500 nuovi richiedenti asilo da accogliere in città entro l'anno. Se si estende invece lo sguardo alla Provincia, oggi trovano ospitalità nel Napoletano 5326 profughi. Ma l'elevata densità abitativa della città e i rischi di protezione civile segnalati in buona parte del territorio, complicano l'individuazione di nuovi centri da destinare all'accoglienza. È ormai in dirittura d'arrivo il bando che a febbraio metteva a gara 7mila nuovi posti in tutta la Provincia. Se i flussi resteranno nel solco di quelli stimati, spiega la Prefettura, anche per quest'anno l'emergenza dovrebbe essere colmata.
Il Mattino