Mozzarella di bufala contro mozzarella di vaccino. Campania contro Puglia. Rischia di scatenare una guerra di campanile tra produttori del cosiddetto 'oro biancò il via...
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«La partita non è affatto chiusa - commenta Raimondo - andremo fino in fondo e utilizzeremo ogni mezzo a disposizione per evitare quello che è a nostro avviso un clamoroso autogol dell'Italia. Il ricorso alla magistratura è il prossimo passo, ma anche a livello comunitario siamo pronti a far sentire la nostra voce, visto che l'ultima parola spetta all'Ue».
Dal consorzio giudicano positivamente il fatto che nella nuova versione del disciplinare della Dop di Gioia del Colle si obbligano i produttori a scrivere sull'etichetta che il prodotto è ottenuto da latte vaccino. «Ma questo - sottolineano - va inserito nel logo stesso della loro denominazione. Ovviamente non può bastare, per questo la nostra attenzione resta massima su tutto l'iter, che è ben lontano dalla conclusione».
E se Fratelli d'Italia, con la deputata casertana Giovanna Petrenga parla di «decisione scellerata del ministro», chiedendo al governatore campano De Luca di battere un colpo, ben altra accoglienza ha avuto la decisione di Martina in Puglia: «L'annuncio della pubblicazione del disciplinare della mozzarella di Gioia del Colle sul sito internet del ministero e dell'invio della richiesta alla Commissione europea per il via libera al marchio Dop, è una bella notizia che premia la nostra battaglia e per la quale ringraziamo il ministro Martina» esultano i deputati Dem Dario Ginefra e Colomba Mongiello. «Non dubitavamo - aggiungono - del fatto che il ministro si sarebbe attenuto al buon senso oltre ogni inutile e incomprensibile scontro di campanile per due prodotti della nostra filiera latte entrambi apprezzati in Italia e nel mondo. Il provincialismo di chi vive di gelosie e di pretese egemoniche è il primo nemico del Mezzogiorno».
Stempera i toni l'europarlamentare campano del Pd Andrea Cozzolino: «La differenza con la mozzarella di bufala campana - sottolinea - è sancita sia per il criterio della territorialità, sia per la differente materia prima usata, ovvero latte vaccino anziché di bufala. Tale dato dovrà essere fedelmente riportato sulle etichette». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino