Il giorno dopo è in sala operatoria. Dopo aver incontrato i sindacati, il cardiochirurgo Enrico Coscioni, braccio destro sui temi di sanità del governatore De Luca, è deciso a...
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Sanità da risanare, ma come?
«Una legge nazionale stabilisce che, sotto i certi volumi di attività, non è accettabile che un reparto resti aperto. Manager e commissari avrebbero già dovuto inserire queste misure negli atti aziendali, di programmazione: ora sono in mora, chiamati a presentare un piano».
È un ultimatum?
«Ci abbiamo messo la faccia, nessuno lo aveva fatto. È in gioco la nostra credibilità: non stiamo riducendo i servizi sanitari, vogliamo renderli migliori. Eliminare reparti insicuri e già agonizzanti è nell'interesse dei cittadini».
Da dove cominciare?
«Non useremo due pesi e due misure. Punteremo a eliminare i reparti doppione, quelle strutture gemelle a 5 chilometri di distanza, i punti nascita al di sotto dei 500 parti all'anno, le cardiologie non attrezzate per l'interventistica, lì dove si registrano, peraltro, le performance peggiori, come si evince dal monitoraggio realizzato nell'ambito del programma nazionale Esiti. Siamo ultimi in tutto: in Italia».
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Il Mattino