Ma se c'è il blocco, chi è che continua a contagiarsi? Alla domanda cercherà di rispondere oggi la Protezione civile della Campania in un incontro tra il...
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La domanda quindi si fa stringente: chi sono i duemila nuovi contagiati campani? La risposta, in attesa di quella ufficiale, può sorprendere. Sono i giovani, tanti giovani ventenni e trentenni e anche tanti quarantenni che si contagiano in una misura decisamente più elevata rispetto alla regione che resta capofila nell'epidemia, la Lombardia.
A fare l'analisi di dettaglio è l'Istituto superiore di sanità in un report fresco di elaborazione ma che si riferisce a una quota di casi esaminati ancora parziale e cioè 1.394 infettati in Campania e 46.071 in Lombardia.
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In Campania con i numeri di ieri siamo saliti a 3.068 casi diagnosticati, effetto di 108 nuovi positivi, un livello in calo, tornato al valore del 25 marzo, più 1.337 test per fortuna negativi, sui 1.445 tamponi elaborati. Dal punto di vista statistico i 1.394 casi esaminati dall'Iss sono un valore significativo rispetto a 3.068. Il dato di sintesi è che in Campania il malato «mediano» ovvero quello che ha un numero di malati più anziani esattamente uguale ai malati più giovani ha 56 anni mentre in Lombardia ben otto di più: 64. È vero che l'età media in Lombardia è maggiore di quella campana ma la differenza è inferiore a tre anni.
Ebbene, cosa ci dicono le statistiche dell'Istituto superiore sanità? Cominciamo dalla fascia di età minore e cioè i bambini entro i dieci anni. In Lombardia sono appena lo 0,4% dei contagiati totali, in Campania tre volte di più: l'1,2%. Le scuole sono chiuse ovunque, quindi i bambini possono contagiarsi quasi soltanto in casa e quell'1,2 è un campanello d'allarme. Passiamo alla fascia 10-19 anni. Qui la situazione peggiora con il 2,2% in Campania e lo 0,4% in Lombardia, oltre cinque volte di più. È segno di contagi casalinghi ma, inevitabilmente, anche in strada. Forte la differenza anche nel ventenni (20-29 anni): 7,3% in Campania contro 3,2% in Lombardia. In pratica gli under 30 in Campania rappresentano il 10,7% contro appena il 4% della Lombardia. Estrapolando i dati, ciò equivale a 216 giovani e giovanissimi che si sono contagiati dopo il blocco «reale» del 22 marzo ovvero dopo che erano trascorsi i 14 giorni dal ritorno dei meridionali dal Nord verificatosi tra l'8 e il 9 marzo. E anche nella fascia di popolazione di 30-39 anni la differenza con la Lombardia è marcata: 9,9% in Campania e 6% tra i lombardi con uno scarto di oltre tre punti. Tra i quarantenni il differenziale sfiora i tre punti: 14,6% in Lombardia e 11,8% in Campania. Tra i cinquantenni (50-59 anni) il differenziale si accorcia ma resta il vantaggio della Campania: 21,7% contro 19,2%. In pratica i contagiati nella fascia di adulti (30-59 anni) in Campania sono il 46,2% mentre in Lombardia appena il 37%. In pratica dei nuovi casi diagnosticati dopo il 22 marzo ben 935 sono in questa fascia di età. Persino tra i sessantenni c'è una prevalenza della Campania (19,2% contro 17,9%) e soltanto dai settant'anni in su la situazione si ribalta. Cosa se ne può dedurre? Da un lato che ci sono ancora troppi casi nelle famiglie non emersi, dall'altro che sia i giovani e giovanissimi sia gli adulti hanno ancora uno stile di vita troppo attivo.
«È da diverso tempo che vogliamo fare questa analisi - spiega Giulivo, tra una riunione e l'altra nonostante la domenica - ma il calendario salta continuamente. Siamo tutti tesi a cercare i dispositivi e in giornata siamo stati impegnati nel reperire tute, camici e mascherine Ffp2 e Ffp3 ma capisco che serve una lettura critica di questi dati. Il blocco sta dimostrando di funzionare e però non devono esserci rilassamenti».
I dati dell'Istituto superiore di sanità, pur parziali, forniscono qualche indicazione: in Lombardia il coronavirus colpisce soprattutto le persona anziane (59%), fragili, spesso già malate, e solo il 41% ha meno di 60 anni. In Campania la situazione si ribalta e la netta maggioranza di chi si contagia (il 57%) ha meno di 60 anni. Questo spiega in buona parte il differente tasso di mortalità (in Campania è deceduto il 6,4% dei contagiati, valore decisamente più basso di quello della Lombardia che è del 17,6%) e ciò è una buona notizia. Ma dà anche non poche indicazioni sui diversi comportamenti: sia i giovani sia gli adulti campani non sembrano impegnarsi al massimo nell'evitare occasioni di contagio. Anche in famiglia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino