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Per poter comprendere correttamente il testo, bisogna leggerlo allo specchio. Stiamo parlando di un antico bollo laterizio d’epoca romana, una sorta di marchio di fabbrica dove di solito veniva indicata l'“azienda produttrice”, cioè la figlina, l’officina, il nome dell' “imprenditore” o più semplicemente il nome dell’artigiano, una vera “etichetta” dell'epoca , rinvenuta di recente in uno degli ambienti del complesso termale c.d. Terme di Diana, a Baia.
A rendere nota la scoperta, il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, che in un post pubblicato sulla propria pagina Facebook, fornisce i dettagli del ritrovamento.
«Si tratta di un bollo laterizio, un piccolo timbro impresso in un mattone. Il marchio a stampo, inserito in serie su moltissime produzioni di età romana, può diventare molto importante, soprattutto quando lo si rinviene su un edificio, ancora inserito all’interno della muratura.
Lo abbiamo scoperto in uno degli ambienti antistanti il tempio di Diana, nell’imposta della sua volta a crociera, oggi crollata: una stanza facente parte del grande impianto termale incentrato sulla maestosa cupola.
Il testo, in parte consunto o forse mal inciso fin dall’origine, così recita all’interno dell’orbicolo:
EX OFF
TI CL FELIC
Grazie ai confronti disponibili, possiamo sciogliere le abbreviazioni e individuare non solo l’officina di Tiberio Claudio Felice, sicuramente campana, visti i rinvenimenti in altri centri vicini, da Cuma a Salerno, ma anche la sua datazione, compresa tra la fine del II e il III sec.
Appare singolare, ma questo è uno dei pochissimi dati archeologici puntuali sull’intero complesso di Diana, ancora mai scavato con le moderne tecniche archeologiche, e in gran parte ancora di scoprire al di sotto degli interri che lo hanno celato nel corso dei secoli.
Il programma complessivo di indagine nell’area prevede, nei primissimi giorni del nuovo anno, un nuovo rilievo, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Storia, disegno e restauro dell'architettura della “Sapienza - Università di Roma”.
Questa fondamentale attività ci servirà per conoscere le condizioni statiche dei resti, già indagate in un recente passato dall’equipe guidata dal prof. Giangiacomo Martines, ma soprattutto per programmare un intervento più ampio di recupero e valorizzazione dei resti del più recente (è ormai confermato!) dei grandi complessi termali di Baia, definitivamente legato alla dinastia imperiale dei Severi».
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