Non sono passati inosservati, la scorsa mattina, quando sono tornati in ospedale per fare le ultime verifiche. La loro presenza - parliamo dei carabinieri del Nas - è...
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Ed è così che si apprende in queste ore che da mesi ormai investigatori specializzati e discreti sono quasi di casa qui nell’ospedale Pascale di Napoli. Hanno ascoltato alcuni pazienti, hanno chiesto di visionare registri e documenti legati agli interventi, hanno messo a verbale anche la versione resa da esponenti di primo piano dello staff medico che opera e che interviene quotidianamente.
Carabinieri in azione all’istituto Pascale di Napoli, con una delega ad hoc della Procura di Napoli. È così che si scopre che c’è un’inchiesta sulla gestione dei tumori al seno, sugli interventi effettuati, ma anche sulle condizioni di lavoro tra disponibilità pubbliche e opportunità di interventi in regime di intramoenia.
Concussione e peculato sono al momento le tracce battute nel corso di un’inchiesta coordinata dal pm Graziella Arlomede, magistrato in forza al pool mani pulite del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Una nuova indagine che punta a fare chiarezza su una materia spinosa, quella che fa leva sull’emergenza tumori in un territorio devastato sotto il profilo ambientale.
Fatto sta che dopo lo scandalo che ha coinvolto il primario Izzo, attualmente ai domiciliari per ipotesi di corruzione e turbativa d’asta in relazione all’acquisto di sofisticate attrezzature da ditte riconducibili alla moglie (anch’essa ai domiciliari dallo scorso marzo), c’è un’altra indagine che coinvolge i piani alti dell’istituto che ha fatto della cura ai tumori una delle eccellenze indiscusse nel Mezzogiorno.
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