Per il terzo giorno consecutivo viaggiare in Circumvesuviana è diventata un'avventura e trovare un treno una scommessa: i capitreno continuano a rifiutarsi di...
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L'Eav, infatti, ha creato un settore a sé sulla controlleria, sganciandolo da quello dei trasporti. Un capotreno, nell'arco della sua giornata lavorativa, deve stare sui convogli ma deve anche provvedere alla verifica dei ticket. E con la nuova organizzazione deve far riferimento a due settori diversi: una procedura che non è piaciuta ai sindacati, soprattutto a Cisal e Orsa, che hanno avviato l'iter che potrebbe portare ad uno sciopero. Ieri le parti si sono incontrate in Prefettura e non hanno trovato un accordo: l'astensione dal lavoro si avvicina ma i disagi nascono da una protesta parallela, che sta mandando in tilt la Circumvesuviana. La decisione di rifiutare lo straordinario è stata presa quattro giorni fa dopo un'assemblea della Cisal. «Non siamo soddisfatti di come l'azienda sta gestendo questa vertenza, ma nemmeno di tante altre questioni: la sicurezza, la qualità del servizio, la lotta all'evasione», dice Luciano Graziano, esponente del sindacato. Ed è lui a parlare di «non collaborazione»: «Deve essere chiaro che si tratta di decisioni spontanee dei lavoratori, nessuno li costringe». Il punto è che il ruolo del capotreno in Circum è strategico: ce ne sono 105, ma per coprire tutti i turni bisogna arrivare a 129 unità. Ne mancano, insomma, 24 e per questo ogni giorno si ricorre allo straordinario. Un lavoratore può rifiutarsi di fare la straordinario, così come può legittimamente mettersi in malattia, ma nella Circum queste azioni, fatte in massa, bloccano il servizio. L'Eav ha diffuso un dato: dal 10 al 12 febbraio, cioè nei giorni della protesta, l'assenza per malattia è schizzata al 16%.
La percentuale annua sta intorno al 5% e lo scorso 8 febbraio era al 6%. Ecco perché il muro contro muro viene mal digerito dall'azienda e il presidente Umberto De Gregorio parla apertamente di «ricatto». Luca Del Prete dell'Orsa, l'altro sindacato sulle barricate, non ci sta: «I ricatti li fanno i delinquenti e noi siamo persone serie. Questi toni non aiutano il dialogo».E i pendolari? Sballottati da un binario all'altro, alle prese con tabelloni spenti, costretti ad attendere l'ultimo minuto utile per sapere se il treno parte o no. Vivono un inferno da tre giorni. Penalizzate soprattutto le tratte per Sorrento, Torre Annunziata, Ottaviano. «I disservizi rendono precarie le giornate di migliaia di cittadini, lavoratori e studenti. Abbiamo chiesto ai vertici dell'azienda un incontro: devono ascoltare anche noi, autentiche vittime di questo stato di cose», dice Enzo Ciniglio, portavoce del comitato di pendolari. Oggi si ricomincia: previsti altri disagi, ma per fortuna siamo nel weekend .© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Mattino