Una visita guidata, quella di ieri mattina alla Villa marittima del Capo di Sorrento, che ne riscrive i tempi di datazione e va a incidere anche sull’inizio di ciò...
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La villa non fu solo adibita all’otium, allora, ma era un microcosmo economico chiuso, che attraverso la coltivazione di ulivi e viti - ed in seguito anche alla produzione di garum e porpora - fungeva da unità produttiva autoctona. «I cisternoni erano coIlegati con l’acquedotto di Priora – dice Petrella - e nei pressi del boccaporto dell’acquedotto abbiamo anche fatto un altro saggio che ci ha fatto rilevare per la prima volta i resti di pietrisco dell’eruzione del 79 d.C “. Inoltre riprendendo i rilievi del Mingazzini – prima del 1946; Forma Italiae Sorrento – e le ricerche dell’architetto tedesco Friedrich Rakob, nella parte centrale del quadriportico, hanno rilevato a 70 centimetri, un muro di fondazione con un’opera incerta, che fa retroagire la datazione della villa circa all’80 d.C nella tarda età repubblicana. In linea con altri scavi in corso a Formia e Gaeta quindi bisognerà riscrivere la storia dell’otium mediterraneo che sembra essere nato anteriormente alla vulgata augustea». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino