Per avere un po' di vero refrigerio al Museo di Capodimonte bisogna salire al secondo piano, sala 82, poco lontano dalle statue di Gemito, dove il direttore Sylvain Bellenger...
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Al museo nazionale di Capodimonte si gela d'inverno e si soffoca d'estate. Perché qui, nella pinacoteca che ospita forse la collezione più varia e imponente di arte rinascimentale in Italia, il sistema di aerazione non funziona da almeno un anno. E se funziona, lo fa a singhiozzi. Boccheggiano i custodi, che quando possono provano a piazzare le loro sedie davanti alle finestre o alle porte per sperare di intercettare un po' di corrente. Ansimano e si lamentano con molta cautela i visitatori, anche perché qui quando arrivano grupponi di turisti o le scolaresche l'aria diventa irrespirabile. Lo sanno bene alla biglietteria al piano terra, dove gli addetti, quando vedono avventori muniti di acqua minerale, prestano loro borsette di stoffa per nascondere le vietatissime bottigliette. Senza contare i danni che l'umidità e gli sbalzi di temperature possono arrecare alle tele. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino