Capri, la terra degli ulivi raccontata da Giuseppe Aprea

Capri, la terra degli ulivi raccontata da Giuseppe Aprea
“L’isola terra degli ulivi e d’infinite storie”, personaggi, racconti e immagini dell’antica tradizione dell’olio a Capri ed Anacapri, il libro...

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“L’isola terra degli ulivi e d’infinite storie”, personaggi, racconti e immagini dell’antica tradizione dell’olio a Capri ed Anacapri, il libro scritto da Giuseppe Aprea, edizione La Conchiglia, sarà presentato sabato 9 luglio alle ore 19:00, sul nuovo terrazzo che affaccia sui Giardini della Flora Caprense. La presentazione del particolare e prezioso volume sarà uno dei primi eventi culturali patrocinato dal Comune di Capri.  L’autore nel raccontare un altro aspetto dell’isola, ha fatto emergere uno sconosciuto sin ora ma storico legame tra l’ulivo e l’isola di Capri, un  rapporto che trasporta il lettore in epoca antichissima, quando l’isola era la meta scelta nei primi viaggi dei coloni provenienti dalla Grecia, In quello spazio di mare che l’uomo di oggi chiama Golfo di Napoli. Nello scorrere le pagine si apprende che l’ulivo era diffuso a Capri anche nel XVI secolo. Da alcune testimonianze poi si evince che già nel XVIII secolo il francese Montesquieu giudica l’olio isolano “il migliore olio d’Italia”.

La ricerca e lo scritto di Aprea attraverso i secoli  porta a scoprire poi come  sono stati aboliti molti uliveti, favorenti altre colture che hanno profondamente trasformato il paesaggio di Capri ed Anacapri, cosi come la sparizione di antiche tecniche e saperi scomparsi nel tempo. Il libro di Aprea però regala alla fine  un’ulteriore sorpresa rimasta fino ad ora sconosciuta, cioé la presenza di un culto e pratiche concrete collegate sull’isola, all’ulivo e all’ulivo coltura che ancora oggi sono radicate sul territorio, recuperando, modificando e adattandosi alle nuove esigenze commerciali ed imprenditoriali. A raccontare la storia dell’ulivo a capri insieme all’autore sabato sera, ci saranno Rossella Funghi di Capri Rewiev,  il Professore di Diritto Internazionale Gabriele Della Morte. 

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Il Mattino