Una spazio per la stazione dei Carabinieri a Barra. È questa, in estrema sintesi, la richiesta che numerosi cittadini stanno sottoscrivendo con una petizione organizzata...
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Una esigenza espressa direttamente dai residenti e che ha spinto i parroci che guidano la comunità religiosa a impegnarsi in prima linea affinché la voce dei cittadini possa essere amplificata e ascoltata dalle istituzioni e dagli organi competenti. In realtà del posizionamento di una caserma dei Carabinieri a Barra se ne parla da tempo, sin da quando la stessa fu spostata nell’adiacente quartiere di San Giovanni a Teduccio, nello stesso edificio del comando di via Bernardo Quaranta.
Barra, con una popolazione che si approssima ai 50mila abitanti, conosce esigenze particolari non solo per la criminalità di stampo camorristico, con gli evidenti fatti più o meno recenti, ma anche per la criminalità di tipo comune. Tanti sono convinti che un presidio delle forze dell’ordine, con una struttura direttamente ubicata sul quartiere, possa fare da deterrente ai fenomeni e ai fatti criminali che si sono registrati anche con frequenza nei mesi scorsi, oltre ad aumentare oggettivamente la presenza di uomini e donne in divisa in zona.
Difatti a Barra le strutture che potrebbero accogliere una stazione sono diverse. Molti suggeriscono la struttura comunale di piazza Bisignano come il luogo migliore. I locali sono in disuso da anni e completamente vandalizzati. Con una breccia creata nel muro che dà sullo slargo chiunque può entrare con estrema facilità: non è raro trovare tossicodipendenti anche nelle ore di piena luce o semplicemente ragazzini che, incuranti del pericolo, accedono all’edificio. Sono ben visibili i danni procurati all’interno con alcune pareti abbattute, i bagni distrutti e i vetri fracassati. All’esterno c’è una recinzione con strisce arancioni per il pericolo di distacco di alcune lastre in marmo che ricoprono la superficie laterale. Puzza di urine e feci di animali completano un quadro desolante.
É uno dei tanti spazi che potrebbe essere riqualificato e lasciato gestire dalle forze dell’ordine e rispondere al necessario bisogno di sicurezza. La petizione, fanno sapere i parroci, è il primo passo per assecondare una volontà di riscatto da parte della gente che chiede costantemente attenzioni per un territorio in molti casi abbandonato. In un contesto così delicato pesano l’assenza adeguata di controlli ma anche la mancanza di spazi aggregativi da destinare specie ai più giovani.
Tra qualche giorno, terminata la raccolta delle adesioni, i parroci protocolleranno tutto agli organi interessati. L’auspicio è che almeno questa volta la petizione possa avere benefici dopo le diverse promesse fatte nel tempo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino