Carabinieri-rapinatori: subito a processo. Accusati di omicidio dopo assalto a supermarket

Carabinieri-rapinatori: subito a processo. Accusati di omicidio dopo assalto a supermarket
Ottaviano. È stata scelta la formula del giudizio immediato per celebrare il processo nei confronti di Claudio Vitale e Jacomo Nicchetto, i due carabinieri in servizio a Mestre,...

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Ottaviano. È stata scelta la formula del giudizio immediato per celebrare il processo nei confronti di Claudio Vitale e Jacomo Nicchetto, i due carabinieri in servizio a Mestre, e quel giorno in congedo, che lo scorso mese di marzo si trasformarono in rapinatori ed effettuarono un raid ai danni del supermercato Etè di Ottaviano. Dopo la rapina (circa 1400 euro portati via), i titolari del market ed alcuni dipendenti inseguirono i due carabinieri lungo la strada statale 268 e in quella occasione Pasquale Prisco, uno dei titolari del supermercato, fu ucciso da un colpo di pistola, dopo una lite.




Per quell’omicidio, oltre che per la rapina, i due carabinieri – rapinatori furono arrestati e, il prossimo 11 novembre, si troveranno già alla sbarra per la prima udienza del processo, che si celebrerà dinanzi alla Corte d’Assise di Napoli. Il pm Carla Bianco, della procura di Nola, ha, infatti, chiesto e ottenuto il giudizio immediato. In pratica, in questo modo viene saltata la fase dell’udienza preliminare e, quindi, dell’eventuale rinvio a giudizio. Un modo per velocizzare i tempi del processo, ma anche la spia di una certa sicurezza da parte della procura, rispetto alle indagini effettuate fino a questo momento. Perché il Pm possa chiedere il giudizio immediato occorre l'evidenza della prova e che la persona sottoposta alle indagini sia stata interrogata sui fatti dai quali emerge tale l'evidenza oppure che la persona, pur avendo ricevuto l'invito a presentarsi, non si sia presentata. Il giudizio immediato si può chiedere anche per evitare che scadano i termini della custodia cautelare prima che si avvii la celebrazione del processo.



Nel caso dell’omicidio di Pasquale Prisco, con ogni probabilità, è stata proprio l’evidenza della prova a convincere il pm a chiedere ed ottenere l’accelerazione dei tempi. Da marzo ad oggi, infatti, le varie perizie hanno fatto emergere una serie di elementi che inchioderebbero Vitale e Nicchetto. I due carabinieri, tra l’altro, non hanno mai negato di avere sparato, ma hanno sempre spiegato di aver agito per difendersi, sopraffatti dall’aggressione dei fratelli Prisco (oltre a Pasquale anche Donato, che fu ferito gravemente) e di altri dipendenti del supermercato.



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Il Mattino