Caravaggio, la pala misteriosa «ricostruita» a Napoli

Caravaggio, la pala misteriosa «ricostruita» a Napoli
Una pala di Caravaggio che non è stata mai realizzata o forse è andata misteriosamente perduta. Ma che venne commissionata e pagata all'artista. È il...

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Una pala di Caravaggio che non è stata mai realizzata o forse è andata misteriosamente perduta. Ma che venne commissionata e pagata all'artista. È il giallo della «Pala Radolovic», dipinto ammantato da un mistero che dura da 410 anni e che verrà narrato giovedì alle 19 nel museo dell'archivio storico del Banco di Napoli: lì, grazie alle moderne tecnologie, verrà mostrata al pubblico la pala, o almeno come avrebbe dovuto essere il dipinto secondo quanto commissionato all'artista: una Madonna con bambino, circondata da un coro di angeli e con quattro santi nella parte inferiore. Questa la descrizione del dipinto ritrovata tra le carte del Banco di Napoli. Il giallo risale al 1606, quando il mercante croato Niccolò Radolovich commissionò al Caravaggio l'esecuzione della pala. L'ordine arrivò durante il soggiorno napoletano di Michelangelo Merisi, che proprio in quell'anno visse in una casa ai Quartieri Spagnoli, e lasciò una traccia emersa dalla polvere di una delle 330 stanze dell'Archivio Storico del Banco di Napoli, grazie al lavoro di ricerca cominciato circa trent'anni fa, quando l'allora direttore dell'Archivio, Eduardo Nappi, ritrovò la causale di pagamento che collegava appunto Caravaggio alla pala ordinata dal mercante croato.


«Caravaggio nell'autunno del 1606 - racconta Sergio Riolo, storiografo e direttore de Il Cartastorie, il museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli che sorge in via dei Tribunali, 214 - stava dipingendo le sette opere della Misericordia al Pio Monte». Anche Radolovich era a Napoli, dove faceva arrivare il grano e l'olio prodotto dalle sue terre in Puglia, e girando per i vicoli del centro avrebbe saputo della permanenza a Napoli del Merisi, decidendo di commissionargli l'opera da portare, probabilmente, in una cappella di sua proprietà a Polignao a Mare. La ricerca archivistica ha portato al ritrovamento all'interno di un «giornale copiapolizze» del Banco di Sant'Eligio, uno degli otto banchi pubblici di cui l'Archivio conserva memoria, del documento con cui Radolovich pagava l'acconto al Caravaggio: duecento ducati, circa 5000 euro di oggi, che era probabilmente la metà della cifra totale promessa per la Pala. «Lo possiamo immaginare - spiega ancora Riolo - perché proprio per le Sette Opere di Misericordia, a Caravaggio venne pagata una commissione totale di 400 ducati, circa 10.000 euro odierni».


Le Sette Opere della Misericordia sono lì, in via dei Tribunali ad affascinare napoletani e migliaia di turisti. Sulla Pala Radolovich resta il mistero che comincerà a schiarirsi domani sera al «Cartastorie». Lì si potrà ammirare come la pala sarebbe dovuta essere secondo l'idea del mercante croato, ma resterà il dubbio su come Caravaggio l'avrebbe (o l'ebbe) poi eseguita. Un mistero forse a oggi più facile da dipanare anche grazie alla ricostruzione basata sulle carte del Banco di Napoli.
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Il Mattino