Napoli, i detenuti di Secondigliano scrivono ai garanti: «Tutelate i nostri diritti»

Napoli, i detenuti di Secondigliano scrivono ai garanti: «Tutelate i nostri diritti»
I detenuti del reparto Ionio del carcere di Secondigliano scrivono ai garanti regionale e comunale, Samuele Ciambriello e Pietro Ioia: «Allo stato dell’arte in questo...

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I detenuti del reparto Ionio del carcere di Secondigliano scrivono ai garanti regionale e comunale, Samuele Ciambriello e Pietro Ioia: «Allo stato dell’arte in questo carcere oggi ci sono concrete possibilità che non si muoia per Covid ma per altro», si legge nella lettera. Una missiva dove si parla di «incresciosa e gravissima situazione per quel che concerne il dilagare dell’infezione». Già lo scorso gennaio - come si ricorderà - erano risultati 38 i detenuti positivi al virus nei reparti Ionio e Tirreno. Oltre a 26 agenti di polizia penitenziaria e un medico, sempre nello stesso mese di gennaio, come riportato dal garante regionale Ciambriello a margine di una visita nell’istituto di pena in quei giorni.

Ora le preoccupazioni sono quelle di un gruppo di reclusi, che ha ritenuto opportuno sottoporle a chi è incaricato di tutelare i loro diritti. «Ma questo è solo uno dei problemi - scrivono i carcerati - la cosa più paradossale è che con la motivazione dell’emergenza sanitaria un intero reparto che conta all’incirca 300 reclusi ad oggi tra contagiati e non sta subendo una chiusura h 24 dove sono stati compressi ora d’aria, socialità e sospese tutte le attività a scopo ludico e didattico». Inoltre «stiamo subendo spostamenti continui - è scritto ancora nelle tre pagine - da una sezione all’altra come se fossimo pacchi postali e ciò che sta creando una grave destabilizzazione psicologica dovuta in parte al timore di un eventuale contagio».

Tante le domande a cui chiedono risposte i detenuti in questo lungo scritto: «perché ci sono state revocate le 2 telefonate precedentemente concesse a causa del Covid?». La risposta sarebbe stata una circolare del Dap, «che però nessuno ci ha mostrato», fa notare chi scrive. Poi l’accorato appello ai due garanti: «anche nei confronti di un animale ci si comporta diversamente. Per questo vi chiediamo di far valere i nostri diritti, come fate quotidianamente», concludono i detenuti di Secondigliano.

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Il Mattino