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Gino, Catello, Fernando e Perugino, detenuti condannati in via definitiva, iniziano una nuova vita e un percorso che li affida a lavori socialmente utili fuori dalle mura del carcere. Saranno impiegati part time e lavoreranno alla riqualificazione dello storico stadio Albricci. Per ora sono quattro, ma presto a loro si affiancheranno altri reclusi: tutto questo grazie a un progetto congiunto che vede impegnati i ministeri della Difesa e della Giustizia finalizzato all'inserimento dei detenuti in attività di lavoro di pubblica utilità e volontariato gratuito.
Per Gino, Catello, Fernando e Perugino - oggi ospitati nel penitenziario di Secondigliano e nella casa circondariale di Poggioreale - quella di ieri è stata una giornata veramente particolare. Sono loro i protagonisti che danno corpo e sostanza al protocollo d'intesa sottoscritto il 16 giugno scorso dall'Esercito, dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, dal Tribunale di Sorveglianza partenopeo e dal Garante regionale per i diritti dei detenuti.
Buona la prima. E va detto subito che la realizzazione del progetto porta soprattutto la firma del generale di corpo d'armata Giuseppenicola Tota, comandante delle Forze operative per il Sud Italia: è lui che ha testardamente voluto che un sogno si trasformasse in realtà e in opportunità concreta per chi vive il dramma dell'esperienza carceraria.
Ma alla fine il successo dell'operazione è un risultato a più mani. Non a caso ieri - oltre a Tota e ai quattro reclusi che iniziano a lavorare - erano presenti anche il presidente del tribunale di Sorveglianza, Angelica Di Giovanni con alcuni magistrati, il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria Carmelo Cantone con i direttori di Poggioreale Carlo Berdini, di Secondigliano Giulia Russo e con il garante Samuele Ciambriello.
«Quello che stamattina parte dall'Albricci è un bel messaggio per la comunità - ha detto il generale Tota - Riqualificare lo stadio significa restituirlo alle alte potenzialità che ha sempre avuto.
Ma questa è solo la prima tappa di un percorso ambizioso e importante: è lo stesso Tota ad annunciare infatti che con il nuovo anno si realizzeranno altri dialoghi tra il mondo della popolazione carceraria e l'Esercito italiano: «Pensiamo di portare altri reclusi nell'esperienza della riqualificazione del litorale di Bacoli, a cominciare dalle nostre strutture balneari che verranno abbellite con affreschi murari e disegni. E sappiamo che tra questi nostri amici che vivono l'esperienza del carcere ce ne sono non pochidotati di senso artistico. Li impiegheremo presto».
«È complicato trovare chi nelle strutture pubbliche oprivate vuole avere rapporti con il mondo del carcere - ha detto Ciambriello - il fatto che l'Esercito replichi anche qui a Napoli una felice esperienza già sperimentata a Verona è dunque un fatto importantissimo. Sia con la direzione di Poggioreale che di Secondigliano abbiamo avviato altre esperienze con il Comune di Napoli e con la Procura. Ora ci auguriamo di aumentare i numeri. Rivolgendosi ai quattro primi detenuti prescelti, Ciambriello ha concluso: «Siete dei privilegiati e dovete capire che questo è un modo anche per risarcire vittime e società che avete offeso».
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