OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Quattro le priorità guida per l’attuazione della Zes unica. È quanto propone Il presidente di Confimi Industria Campania, Luigi Carfora, rivolgendosi al ministro Raffaele Fitto ed al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Punti importanti che hanno «lo scopo garantire un impatto positivo, virtuoso e duraturo sul tessuto produttivo e sociale del Mezzogiorno», spiega Luigi Carfora.
In ordine, il presidente Confimi evidenzia la necessità di limitare l'estensione delle agevolazioni dell'area ZES alle zone già destinate all'uso industriale e con infrastrutture urbane, di servizi primari già esistenti e consolidati. Ciò per evitare speculazioni su terreni agricoli e costruzioni di capannoni senza un committente produttivo effettivo, garantendo che le agevolazioni vadano alle imprese e non agli speculatori, con la salvaguardia del patrimonio ambientale, pubblico e privato.
Ancora «infrastrutturare tutto il Mezzogiorno, soprattutto le aree interne e più disagiate, garantendo i servizi essenziali come la linea telefonica e l'accesso a Internet, la rete elettrica industriale, le reti idriche potabili e le fognature pubbliche, le reti stradali ed autostradali, il trasporto pubblico». E infine «valorizzare tutte le risorse economiche del Mezzogiorno, non solo quelle industriali, ma anche quelle legate al turismo termale/archeologico/museale/religioso, all'artigianato, all'agricoltura, alla viticoltura, all’enogastronomia ed alla cultura urbanistica e storica in generale».
Carfora inoltre ricorda che la Zes Unica prevede un credito d'imposta sugli investimenti produttivi effettuati dalle imprese nelle regioni meridionali, cumulabile con altri incentivi nazionali e comunitari. «Questi sono incentivi molto importanti, che possono contribuire a rendere le imprese del Mezzogiorno più competitive non solo a livello nazionale, ma anche sul mercato internazionale ed a frenare l’emigrazione verso l’estero di giovani e di aziende manifatturiere meridionali. Ed è importante - conclude il presidente Confimi - che il Parlamento confermi il Decreto Sud nella sua conversione in legge, eventualmente apportando modifiche che rafforzino ulteriormente le prospettive del Mezzogiorno, e che non vadano ad indebolirlo con la polverizzazione delle risorse che non produrrebbe gli effetti preventivati e non genererebbe benefici per nessuno».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino