È molto provata Carla Caiazzo, la donna vittima del suo ex, Paolo Pietropaolo, condannato in primo grado a 18 anni per aver tentato di ucciderla. L'uomo che ha tentato...
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Soddisfatta della sentenza?
«La giustizia ha fatto il suo corso. L'attesa è stata tra le più lunghe. Il risultato è stato ottimo. Il mio avvocato ha svolto un lavoro eccellente - ha commentato Carla, molto provata - non nascondo che non c'è cifra che tenga. Spero solo che sconti tutta la pena per intero».
Cosa farà da oggi Carla?
«Voglio essere al fianco delle altre donne. Il mio impegno è sostenerle. Impegnerò tutte le mie forze affinché loro possano dare voce a tutte le tristi vicende che vivono ogni giorno, che non denunciano, non urlano e restano in silenzio. Mi è stata data una seconda opportunità. Io ci sono. Siamo fragili, a volta quasi omertose, dobbiamo farci più spazio e gridare a tutti e a voce alta il nostro dramma. Così non saremo più sole».
Carla, per riuscire nella sua missione ha fondato l'associazione «Io rido ancora», per dare supporto a tutte le donne in difficoltà. Il nome scelto è emblematico. È la risposta alle ultime parole che Pietropaolo, il suo aggressore, le rivolse mentre tentava di toglierle la vita. Le urlò contro: «Vai, vatti a divertire ora, voglio vedere se ridi ancora». E lei, che ce l'ha fatta, oggi ride. Alla vita, alla rinascita. Carla ha una voce forte. La tira fuori dal suo corpo provato, ma che reagisce con la grinta di una guerriera ad operazioni chirurgiche (21 fino ad ora) e a cure sanitarie complesse. È la personificazione della voglia di vivere. Di farcela. Di scommettere ancora, nonostante la brutta storia che l'ha coinvolta.
Tra una domanda e l'altra si preoccupa della sua bambina: è la luce che riflette la sua stessa esistenza. Al suo fianco ha un nuovo compagno, Vincenzo. In due trasmettono energia positiva a chi sta intorno. Oggi, dopo la condanna, più di ieri. Fermi e convinti che il destino non spezzi il bene. Vivono insieme. Il loro è un nido di amore, per nulla malato, come quello che ha vissuto Carla e che l'ha condotta a quel tragico giorno. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino