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«Non so cosa ci facessero là. Mio Dio, sto male, aiutatemi! La mia nipotina meravigliosa sta là, a terra». La disperazione del fratello di Rosa Palma, mamma di Aurora, accorso sul luogo della tragedia insieme con amici e parenti, racchiude tutto il senso dell’orribile pomeriggio di ieri. Lo zio della bimba piangeva e si dimenava davanti al corpicino della nipotina riverso a terra, coperto da un telo isolante dorato steso dagli infermieri dell’ambulanza giunta invano a Casalnuovo per salvare la piccola.
«Devo capire cosa sia successo, non lo posso accettare», ha aggiunto lo zio parlando con i suoi parenti. Famiglie divise. Poco dopo sul posto è arrivato anche il marito di Rosa, dalla quale è separata. L’uomo non appena ha saputo della tragedia si è allontanato dalla fabbrica in cui lavora come operaio. Sul posto si è unito al dolore dei suoi parenti venuti a decine dal quartiere napoletano di Ponticelli. Abitano quasi tutti da quelle parti quelli che conoscevano la piccola Aurora, dalla zona di via Purgatorio, enormi complessi popolari che si susseguono senza fine nella periferia orientale di Napoli.
«Deve dirmi tutto mio fratello, voglio sapere tutto. Non è possibile che sia successo questo alla mia nipotina!». In questo caso a parlare è stata una zia, una sorella del padre di Aurora, l’altra parte della famiglia separata da una tensione che ieri era più che palpabile dietro i nastri bianchi e rossi che delimitavano la zona dell’incidente. Intanto le indagini dei carabinieri sono ancora in pieno svolgimento. «Quando potremo riavere Aurora?», la domanda della zia rivolta a un carabiniere. «Quando tutto sarà chiarito definitivamente», la risposta del militare.
Il corpo di Aurora si trova all’obitorio del secondo policlinico per l’esame autoptico.
«La situazione familiare era quella che era. La separazione, la bambina che doveva sopportare queste situazioni difficili, complicate...», alcuni dei commenti che ieri sono emersi dai capannelli dei conoscenti di Rosa. Comunque anche se l’indagine sta dei carabinieri sta ancora facendo il suo corso è emersa più di tutte la pista della tragedie causata dalla sprovvedutezza. Rosa Palma si è messa alla guida di una vettura di grossa cilindrata senza aver mai conseguito la patente e senza aver mai saputo maneggiare un’automobile. Una decisione che è costata alla donna la cosa più cara, la vita della sua unica figlioletta.
In ogni caso, secondo le testimonianze raccolte sul posto, è stato accertato che la vettura che ha ucciso Aurora è intestata a un uomo di 48 anni residente a Napoli e regolarmente dotata di assicurazione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino