Casamicciola, zona rossa nel caos: anticipata l’evacuazione, in mille lasciano le case

Trasferimenti in 20 hotel, anche due ore in bus per sapere dove andare

Il caos delle famiglie evacuate a Casamicciola
 Il Monte Epomeo è inghiottito dalle nuvole sin dalle prime ore del mattino. Piove su Ischia, anche se a sprazzi, ed è un maltempo che le previsioni non avevano...

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 Il Monte Epomeo è inghiottito dalle nuvole sin dalle prime ore del mattino. Piove su Ischia, anche se a sprazzi, ed è un maltempo che le previsioni non avevano annunciato. Il peggioramento del meteo era atteso (ed è atteso) per oggi, ma ormai bastano anche poche gocce per fare paura. Si teme che i costoni di montagna dai quali si è già scatenata la frana sette giorni fa possa ripresentare il conto. Ed è così che il commissario prefettizio del comune di Casamicciola, Simonetta Calcaterra, e il commissario per l’emergenza Giovanni Legnini - con l’ausilio della Protezione civile, dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine - sono stati costretti ad anticipare il piano di evacuazione temporaneo dalla zona rossa con 24 ore di anticipo rispetto a quanto avevano annunciato.

Bisogna fare in fretta a prelevare le persone dalle proprie case e portarle nei circa 20 hotel attrezzati per gli sfollati temporanei, ma il primo problema è rappresentato dal dover comunicare ai residenti della zona rosa che è consigliabile evacuare. Sono circa 600 le abitazioni considerate a rischio, più di mille le persone da sfollare e che poi potranno ritornare a casa quando il tempo si sarà rasserenato. Il problema per chi deve organizzare il piano è che c’è ancor meno tempo per fare una pianificazione dopo il peggioramento delle condizioni meteorologiche di ieri. 

Degli oltre mille cittadini di Casamicciola da sfollare circa 250 riescono ad arrivare agli hotel. In pochi, però, hanno deciso di pernottare a casa, la maggior parte ha trovato sistemazione da amici o parenti, c’è pure chi si è messo sul traghetto per andare a Napoli. «Scusate, sapete dove dobbiamo andare?», è una delle domande che dopo le 16 - l’orario previsto per il piano di evacuazione - fanno un po’ a tutti le persone che vogliono sfollare per non correre il rischio di dormire in una casa sulla quale incombe il rischio di una nuova ondata di fango. Il commissario prefettizio ha predisposto otto punti dove i cittadini devono spostarsi per trovare le navette che poi avrebbero dovuto portarli negli hotel. Non tutti però hanno seguito alla tv la conferenza stampa che verso le 12 ha annunciato lo sfollamento dalle 16. E poi chi vive nella zona rossa delimitata dagli esperti non sa di abitare in zona rossa. In piazza Marina arrivano una ventina di persone, quattro o cinque nuclei familiari, salgono sulla navetta - una delle 30 messe in funzione dal commissario prefettizio - e attendono di partire. 

L’autista del minibus, però, non sa dove deve andare. Il bus dovrebbe andare in uno dei 20 hotel che hanno dato la disponibilità, ma non si sa quale. Così le famiglie attendono sulla navetta per oltre due ore finché le autorità non decidono di creare una sorta di centro di smistamento al palazzetto dello sport “Taglialatela” di Ischia. Qui sono effettuate le registrazioni delle persone e poi smistate negli hotel. Non era questo il piano iniziale comunicato nel corso della conferenza stampa del mattino, ma per fare più in fretta alla fine si è rivelata la soluzione più semplice. Del resto che le operazioni di evacuazione, per quanto temporanea, siano complesse lo dimostra che in Prefettura viene prima annunciata una conferenza stampa per le 12 dopo la riunione del Centro Coordinamento Soccorsi, poi viene slittata alle 13, poi alle 18 e, infine, per stamattina alle 9.30. Intanto, a ridosso delle strada della zona rossa staziona un pick-up dei carabinieri munito di altoparlanti per avvertire la popolazione degli sfollamenti, ma resta fermo e in silenzio. Forse per non creare ulteriori allarmi. I volontari della protezione civile restano ore in attesa tenendo tra le mani dei fogli con l’elenco delle persone da attendere per poi smistarle, ma i cittadini indicati sui fogli non arrivano: nessuno li ha avvertiti o, forse, si sono già sistemati per conto loro presso amici e parenti. Nel frattempo una parte degli operatori della Protezione civile sono stati trasferiti sulla nave San Giorgio della Marina Militare per lasciare più posti negli hotel. 

Mentre le operazioni di sfollamento erano in corso è stato costante il monitoraggio dei costoni a nuovo rischio frana. Una squadra dei vigili del fuoco è rimasta a monitorare quasi per l’intera giornata l’ormai tristemente celebre “casa sul burrone”, quella rimasta a picco sul precipizio e diventata il simbolo di questa tragedia. Nelle cantine della villa i vigili del fuoco controllavano se le porte si aprivano e chiudevano normalmente, in caso contrario, se la porta avesse incontrato degli ostacoli, voleva dire che la casa stesse progressivamente cedendo e affondando nel terreno. È quanto è avvenuto a Lacco Ameno, qui nel tardo pomeriggio uno smottamento ha messo a rischio 5 case costringendo i vigili del fuoco ad intervenire in via Provinciale Fango dove un costone è precipitato sulla sede stradale. 

Nel pomeriggio di ieri sono poi giunte pessime notizie sulle condizioni dell’uomo ricoperto di fango che i soccorritori sono riusciti a salvare sabato scorso dopo diverse ore trascorse aggrappandosi ad una trave per non annegare nella melma. L’uomo era stato trasportato al Cardarelli di Napoli, ma «la grave problematica respiratoria intervenuta - hanno fatto sapere dall’ospedale - a seguito dell’inalazione di fanghi e acqua da parte del superstite appare permanere». L’uomo è stato quindi trasferito in terapia intensiva e la sua prognosi resta riservata. 

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Il Mattino