Ha passato in rassegna un elenco di oltre seicento telefonate, poi ha spulciato più di 16mila immagini ricavate da facebook, ha incrociato contatti e analizzato il...
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Ed è seguendo le conversazioni del minore, che vengono identificati anche gli altri componenti della squadra, anche tenendo conto dei cambi all’interno del gruppo, che poi sono stati decisi dal «mister», nome affibbiato al calciatore più carismatico del gruppetto. Ma ci sono altre conversazioni che attirano l’attenzione del consulente di parte. Sono le 16.44, quindi un minuto prima dell’orario prestabilito per l’inizio del match, che C.T. contatta l’amico Vincenzo, dicendogli di «scendere» dalla propria abitazione, che si «trovano tutti quanti lì». Continuano le conversazioni via chat, a proposito del «chi viene in porta», fino a concludere con il «facimm paura».
Che succede dopo? Sono le 18.38 del 18 dicembre, quando C.T. riprende la conversazione con l’amico: siamo in una fascia oraria in cui l’aggressione ai danni di Arturo si è già consumata (tra le 17.20 e le 17.25), quando - secondo le conclusioni di parte - C.T. doveva essere impegnato nella partita in parrocchia. Cosa è successo in quella fascia oraria? C.T. si è allontanato dagli amici di calcetto e si è unito al gruppo di Checco (F.C.) nell’aggressione di Arturo? O ha partecipato al match in parrocchia, rimanendo estraneo ai fatti di via Foria? Contro il minore under 14, la Mobile ha raccolto alcuni elementi ritenuti validi da pm e giudici: contro C.T., le accuse di uno dei minori arrestati, che lo tira esplicitamente in ballo. E non solo. Stando ad alcune intercettazioni, emerge il timore dei presunti aggressori nel parlare di C.T., visto il suo rapporto di parentela con un presunto camorrista del rione Sanità. Difeso dal penalista Emireno Valteroni F.C. (Kekko) è atteso il prossimo nove novembre dinanzi ai giudici, assieme agli altri due presunti complici tuttora detenuti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino