Castellammare. Saranno resi noti solo a inizio della prossima settimana tutti i nomi dei colletti bianchi (ad eccezione dei politici) tirati in ballo dal collaboratore di...
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Su questa pista sta lavorando, oggi, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, e in particolare il sostituto procuratore Claudio Siragusa, titolare dell’inchiesta sull’omicidio del politico stabiese, ammazzato da 4 killer in un agguato a Castellammare il 3 febbraio 2009. A 7 anni di distanza, e dopo la condanna in secondo grado all’ergastolo (poi annullata in Cassazione e tornata per il ricalcolo della pena alla Corte d’Appello di Napoli), da meno di un anno ha iniziato la sua collaborazione con la giustizia Renato Cavaliere, storico killer del clan che ha la sua roccaforte nel quartiere collinare di Scanzano.
Fino ad oggi, gli altri due killer pentiti Raffaele Polito e Salvatore Belviso (cugino del boss Vincenzo D’Alessandro) non hanno mai raccontato chi avesse ordinato quell’omicidio e perché. Stessa cosa anche Catello Romano, all’epoca dei fatti appena 19enne e tesserato con il Partito Democratico, che in un primo momento decise di collaborare, poi fuggì dalla località protetta e oggi affronta per la seconda volta il processo di secondo grado per questo omicidio, difeso dall’avvocato Francesco Schettino. Le prime dichiarazioni «forti» di Cavaliere hanno aperto nuovi scenari, che coinvolgono anche i colletti bianchi stabiesi: professionisti, imprenditori e alcuni politici. E soprattutto, ha fornito il primo movente verosimile per l’omicidio Tommasino: il business dei parcheggi in Penisola Sorrentina. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino