Torre Annunziata. Non ha pagato una cauzione dopo la scarcerazione, va a processo il boss poeta Aldo Gionta. Il 31 luglio 2013, nel giorno in cui ha ottenuto la ...
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libertà con obbligo della sorveglianza speciale, il capoclan di Torre Annunziata aveva una prescrizione ben precisa: il versamento di una cauzione da 10mila euro.
Un clausola per colui che - con il padre Valentino relegato al carcere duro per scontare l'ergastolo - è considerato il boss di uno dei clan camorristici più sanguinari (e ricchi) della provincia di Napoli.
Da quel giorno, però, Aldo Gionta non ha mai versato quella cauzione e, dopo essersi sottratto agli obblighi della sorveglianza speciale e al fermo il 5 giugno scorso, fu arrestato il 16 agosto mentre tentava di imbarcarsi per Malta dalla Sicilia per proseguire la sua latitanza all'estero.
Per questo episodio è già stato giudicato e condannato, ma adesso Aldo Gionta è stato rinviato a giudizio dal gip di Napoli anche per il mancato pagamento della cauzione. Difeso dagli avvocati Giovanni Tortora e Gaetano Rapacciuolo, affronterà il processo davanti ad un giudice monocratico napoletano a settembre.
Una tegola in più per il boss poeta, che riusciva a dare gli ordini ai suoi affiliati e al figlio Valentino junior inviando pizzini dal carcere che invitavano i giovani aspiranti camorristi ad imparare a sparare.
Pur risultando nullafacente e nullatenente, Aldo Gionta e il suo clan sono considerati dall'Antimafia i veri e propri proprietari di Palazzo Fienga, edificio di via Bertone 46 e roccaforte dei Valentini a Torre Annunziata, ora sgomberato e murato poiché sotto sequestro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino