Associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale e maltrattamento di animali. Sono le gravissime accuse contestate a vario titolo a 70 imputati in un processo...
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Due i filoni dell'inchiesta. Il primo nasce dalle attività svolte da un'imprsa specializzata nell'espurgo di pozzi neri e liquami di Afragola che - secondo l'acusa - utilizzando extracomunitari privi del permesso di soggiorno avrebbe sversato i liquami raccolti nelle fogne di alcuni Comuni dell'hinterland settentrionale di Napoli. Sconvolgenti i risultati delle analisi: in quelle acque reflue sversate nella rete fognaria (e quindi finite in mare) erano presenti anche sostanze pericolose quali vanadio, berillio, stagno e idrocarburi pesanti.
Il secondo troncone dell'inchiesta scaturì invece dal sequestro di un centinaio di cavalli e di una zebra segregati in stalle abusive. Tutti animali utilizzati - dopo essere stati drogati e dopati - nelle corse clandestine, un'attività che continua a fruttare alla camorra migliaia di euro alla settimana. Allucinante il quadro ivestigativo emerso dalle intercettazioni telefoniche oltre che da alcuni filmati notturni registrati dai finanzieri di Afragola. In una conversazione un indagato dice: «Quel bastardo di cavallo mi ha fatto sporcare di sangue perché gli mettevo l'ago in vena e lui si ritraeva. Stavo prendendo l'ago per infilarglielo nella gola...». Inoltre i quadrupedi che frequentemente si azzoppavano in seguito alle corse sull'asfalto stradale venivano finiti utilizzando mezzi crudeli.
Nel processo - che vede imputata anche una veterinaria - sui sono costituite parti civili il ministero dell'Ambiente e il Comune di Napoli, oltre a molte associazioni ambientaliste e animaliste, tutte assistite dagli avvocati Raffaella Cristofaro e Andrea Scardamaglio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino