Checkpoint Charlie tra Pompei e Scafati: l'ironia dell'artista Nello Petrucci sul divieto di mobilità tra province in Campania

Checkpoint Charlie tra Pompei e Scafati: l'ironia dell'artista Nello Petrucci sul divieto di mobilità tra province in Campania
Lo spartitraffico tra la pompeiana via Lepanto e lo scafatese corso Nazionale diventa un ironico rimando artistico al Checkpoint Charlie, il posto di blocco che negli anni della...

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Lo spartitraffico tra la pompeiana via Lepanto e lo scafatese corso Nazionale diventa un ironico rimando artistico al Checkpoint Charlie, il posto di blocco che negli anni della Guerra Fredda divideva Berlino Est da Berlino Ovest. 

All'indomani dell'ordinanza che vieta gli spostamenti tra province campane senza comprovate necessità,  al confine tra Pompei e Scafati, è apparso un cartello  con su scritto: “You are leaving the Pompei Sector”, ovvero “State lasciando il Settore di Pompei” , tradotto in più lingue.

Pompei e Scafati, ricadenti rispettivamente nella provincia di Napoli e nella provincia di Salerno, seppur confinanti e da decenni unite da una forma di  socialità “incrociata”, sono diventate d'un tratto due realtà urbane separate da un limite normativo  pressoché invalicabile.

Dal 21 ottobre bisogna avere infatti un buon motivo per andare da Pompei a Scafati e viceversa: lavoro, salute o emergenza, ogni altro “sconfinamento” è passibile di multa.

Una condizione che ricorda , neanche tanto lontanamente, il posto di controllo che per ben 45 anni ha diviso il settore d’occupazione sovietico e quello americano.

Tanti i curiosi che hanno osservato e commentato  il "cartello" apposto tra i Comuni di Pompei e Scafati. Un tam-tam che ha attratto subito il popolo della rete  e ricondiviso anche dalla sarcastica pagina social dedicata alla Circumvesuviana . Subito è scattato anche il toto-nome alla ricerca dell'autore che ha deciso di uscire allo scoperto.

Si tratta di Nello Petrucci, street artist e film maker che vive e lavora tra Pompei e New York. "Stiamo respirando un'aria da guerra, sembra un pericoloso remake di qualcosa di già vissuto." Afferma l'artista, che prosegue: " Capisco le difficoltà di chi ci governa, ma adesso,  per sconfiggere il Covid19, non serve alzare i muri. La mia vuole essere una lettura in chiave ironica delle contraddizioni che riscontro nelle ultime ordinanze." Laureato in scenografia all'Accademia di Belle Arti di Napoli,  ha dimostrato in più occasioni impegno civile e sensibilità alle tematiche sociali, con lavori sull'omofobia, il razzismo, l'ambiente.  La sua opera “Sweet home”,  murales realizzato durante il lockdown della scorsa primavera,  ritraeva  la famiglia Simpson a casa sul divano a guardare la televisione con tanto di mascherine. Un modo intelligente di utilizzare un linguaggio pop di facile lettura per lanciare un messaggio di utilità pubblica. Proprio qualche settimana fa Petrucci ha inaugurato "Margine" un'installazione site specific permanente a Torre Fossa lo Papa che dialoga visivamente con il paesaggio mediterraneo di Punta Campanella.

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Il Mattino