«Ciao Frederick»: in centinaia alla fiaccolata per il clochard ucciso

Il corteo partito dalla panchina in cui l'uomo dormiva

La fiaccolata a PomiglianoL
Alcune centinaia di persone stanno prendendo parte alla fiaccolata silenziosa per ricordare Frederick Akwasi Adofo, il 43enne senzatetto massacrato di botte da due 16enni a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Alcune centinaia di persone stanno prendendo parte alla fiaccolata silenziosa per ricordare Frederick Akwasi Adofo, il 43enne senzatetto massacrato di botte da due 16enni a Pomigliano d'Arco, e morto qualche ora dopo in ospedale a Nola.

Alla fiaccolata, organizzata dal parroco della chiesa San Francesco, don Pasquale Giannino, stanno partecipando, tra gli altri, il vicesindaco di Pomigliano, Domenico Leone, oltre ad assessori e consiglieri comunali, i sindaci di Casalnuovo e Castello di Cisterna, il deputato Francesco Emilio Borrelli, ed un gruppetto di immigrati che nel 2011 condivideva l'albergo con il senzatetto pestato a morte nella notte tra domenica e lunedì.

Assente per un infortunio il sindaco di Pomigliano, Lello Russo.

Il corteo è partito dalla panchina di fronte al supermercato dove il 43enne era solito chiedere l'elemosina, e si sta muovendo verso il luogo del pestaggio dove saranno lasciati fiori e qualche cero, per poi proseguire verso la chiesa dove è previsto un momento di preghiera. Un gruppo di giovani di «Potere al popolo, area nolana vesuviana» ha esposto uno striscione con la scritta «A Pomigliano si muore di indifferenza e razzismo. Ciao Frederick».

«Non basta la condanna e la consapevolezza del collasso culturale che ci vede di fronte a tre vittime. Bisogna accendere una rivoluzione culturale - dice il vicesindaco Domenico Leone - Bisogna fare una rivoluzione culturale nelle scuole - ha aggiunto - nelle istituzioni, ma soprattutto nelle famiglie. Cerchiamo di ritrovare il dialogo».

Alcuni immigrati che nel 2011 erano ospitati insieme a Frederick, in tutto 50 persone, in un hotel cittadino, ricordano l'allegria dell'uomo. «Amava ballare - raccontano - rideva. E allora lavorava. Si alzava alle 4 e scaricava la frutta al mercato ortofrutticolo». Attorno ai giovani si sono radunati diversi cittadini, e alcuni residenti della zona di via Principe di Piemonte, dove Frederick dormiva ed è stato picchiato.

«Siamo tutti uguali - spiegano due donne - nelle nostre vene scorre lo stesso sangue. Frederich era una persona meravigliosa. Si fermava a ballare con i nostri figli. Non chiedeva nulla. Se gli offrivano di utilizzare il bagno, qualsiasi cosa volevamo fare per lui, rifiutava. Non voleva dare fastidio. Chiedeva un panino. E lunedì lo hanno trovato in un cortile dove aveva cercato forse riparo, nascosto dietro una macchina. Nessuno lo ha sentito, forse non ha neanche avuto la forza di urlare».

Una donna racconta che l'uomo era stato «preso di mira». «L'anno scorso lo abbiamo portato in ospedale per le ferite che aveva - aggiungono - gli tiravano le pietre. Lo abbiamo difeso più volte. Ma qui è invivibile ormai. Mia figlia è stata picchiata da un suo coetaneo 11enne solo perché ha cercato di dissuaderlo dal picchiare un cane. Ora si fa la fiaccolata, ma le istituzioni, avvertire di quanto accade, cosa fanno? I servizi sociali dove sono? Ora due sedicenni che potevano essere fermati in tempo, hanno massacrato senza motivo un essere umano, gli hanno tolto la vita, ed hanno distrutto anche la loro».

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino