Comune di Cicciano, blitz dei carabinieri nel Municipio: si indaga per corruzione

L'inchiesta riguarda ex amministratori che avrebbero favorito un imprenditore

Il Comune di Cicciano
Hanno perquisito case, uffici ed auto, hanno sequestrato telefonini e pc, hanno portato via documenti e dossier dagli uffici del municipio: blitz dei carabinieri della compagnia...

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Hanno perquisito case, uffici ed auto, hanno sequestrato telefonini e pc, hanno portato via documenti e dossier dagli uffici del municipio: blitz dei carabinieri della compagnia di Nola ieri mattina a Cicciano, dove un'accusa di corruzione pende ora sulla testa di alcuni degli amministratori che hanno guidato il Comune fino alle scorse elezioni e che sono stati sconfitti da Giuseppe Caccavale, ora alla guida della città.

Avrebbero intascato mazzette per favorire gli interessi di un imprenditore locale proprietario di un'area agricola poi trasformata in zona industriale. Si sarebbero fatti pagare per far pressione sul capo dell'ufficio tecnico ad emettere una proposta di delibera riguardante il piano urbanistico attuativo in zona D1 dell'area Pip e poi per farla approvare da tutti i componenti della giunta. Un atto che ha comportato modifiche rilevanti e sostanziali al Pua già approvato e, tra l'altro, di competenza del consiglio comunale. Un'azione che, secondo le ipotesi investigative, sarebbe stata il frutto di un accordo corruttivo e non della comparazione di tutti gli interessi sottesi all'esercizio della propria funzione di amministratori.

Inchiesta lampo, quella che ieri ha portato ai blitz scattati all'alba e che è cominciata ad aprile, poche settimane prima delle elezioni del 14 e 15 maggio scorso. Indagine della Procura della Repubblica di Nola, affidata agli uomini del capitano Gerardo De Siena che ieri hanno notificato un decreto di sequestro non solo ai vertici della precedente amministrazione comunale ora all'opposizione, ma anche al corruttore, e vale a dire l'imprenditore che avrebbe tratto beneficio dalla decisione della giunta. Perquisizioni e sequestri hanno interessato anche il padre di un ex assessore ed alcuni professionisti. 

Per chiudere il cerchio degli elementi già in mano agli investigatori si cercano adesso conferme nei devices in possesso degli indagati a cominciare dalle chat di whatsapp o di altre piattaforme di messaggistica come Telegram. Ma si passano ai raggi x anche appunti, documenti ed altre carte che i carabinieri hanno portato via per impedirne l'eventuale distruzione. Quanto già emerso dall'attività di intelligence condotta porterebbe, infatti, a ritenere che tra i soggetti coinvolti possa esserci stato uno scambio di messaggi e documenti che proverebbe l'esistenza di una bozza della delibera di giunta mostrata prima del tempo all'imprenditore interessato.
 

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Il Mattino