«Commerciante cinese placcato dai poliziotti a Frattamaggiore», indagine sul video choc diventato virale

«Commerciante cinese placcato dai poliziotti a Frattamaggiore», indagine sul video choc diventato virale
È diventato virale il video del fermo da parte della polizia di un cittadino cinese, Chen Chaohao, 22 anni, titolare di un negozio in via Fiume di Frattamaggiore. Sequenze...

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È diventato virale il video del fermo da parte della polizia di un cittadino cinese, Chen Chaohao, 22 anni, titolare di un negozio in via Fiume di Frattamaggiore. Sequenze che rimandano alla memoria quelle tipiche delle azioni violente oltre ogni limite della polizia americana, con tanto di ginocchio al collo del fermato per ridurne qualsiasi velleità di reazione. Nel video il 22enne preso di peso dai poliziotti viene scaraventato in auto, mentre grida almeno dieci volte “aiutatemi”; poi, uscito dalla volante grazie anche all’intervento di una connazionale, viene placcato a terra, con i due poliziotti che lo mettono a faccia in giù. Immagini molto forti, riprese da una telecamera di sorveglianza, postate poi sulla pagina Instagram del 22enne.

Video e audio sembrerebbero non consentire errori di valutazione sull’abuso della forza di due ben piantati agenti contro un ragazzo a dir poco mingherlino, che sui social pubblia anche le foto dei lividi rimediati Immagini che in poche ore sono state visualizzate da circa 20mila persone, e non solo in Italia, con oltre tremila commenti di ferma condanna per l’operato dei due agenti. Anche se non mancano giudizi tranchant contro gli immigrati «che in Italia pensano di poter fare quello che vogliono». Uno scandalo internazionale, perché oltre agli intraducibili commenti in lingua cinese c’è quello del noto fotografo inglese Brett Lloyd, innamorato di Napoli e autore di un libro fotografico dal titolo “Scugnizzi”, che ha scritto sotto il suo post: «I’m here for you, Chen» - Sono qui per te, Chen. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta, che per adesso vede indagato il cinese per resistenza a pubblico ufficiale: la Questura non commenta l’accaduto, limitandosi a spiegare che il giovane è stato denunciato per «non aver ottemperato all’ordine di esibizione del permesso di soggiorno o di altro documento di identificazione».

Tutto comincia giovedì pomeriggio, quando una donna italiana chiama la polizia perché era stata sollecitata a pagare una bomboniera rotta accidentalmente dal figlio nel negozio del 22enne. In una manciata di minuti una volante del commissariato arriva in via Fiume. Gli agenti chiedono le generalità della donna, che nel video si vede a bordo di una Panda dalla quale assisterà, forse compiaciuta, a tutta la violenta scena del fermo. La stessa richiesta di documenti di identificazione gli agenti la fanno a Chen Chaohao. E qui la vicenda prende decisamente una piega inaspettata. Il ragazzo risponde che li ha a casa. E che lì su due piedi può mostrarli in foto sul cellulare. Il 22enne dice più volte di essere nato e cresciuto in Italia. L’agente sbotta: «Noi siamo la polizia e tu fai quello che ti diciamo. Se entro tre minuti non mostri i documenti ti porto in commissariato». Sulla sua pagina social, ripercorrendo quei momenti, Chen lancia una grave accusa: «L’ufficiale mi ha detto che gli italiani possono circolare senza documenti, gli stranieri no. E alla mia replica sul fatto che la legge è essere uguale per tutti, mi ha sollevato di peso e scaraventato in auto, poi per terra. Sarei entrato in auto senza esitare se non mi fosse stata esplicitata una differenza razziale. Ho solo difeso con orgoglio i miei diritti»». E non è finita. «In commissariato - racconta ancora il cinese - mi hanno preso il telefonino per vedere se avevo registrato qualcosa e in cinque mi hanno gridato più volte: Cinese di m...». 



Laconico il comunicato della questura. «Gli operatori hanno preso contatti con il responsabile dell’attività commerciale il quale, durante le fasi dell’identificazione, si è rifiutato più volte di fornire le proprie generalità e, con non poca difficoltà, è stato accompagnato presso gli uffici di polizia dove è stato identificato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino