Circumvesuviana, la pista dei pm: «Un piano per bloccare le strategie dell’azienda»

Quattro episodi in meno di un mese, si verificano gli appalti per guardianie e telecamere

Vogliono condizionare la stategia dell’azienda, a proposito della possibile soppressione di uno o più passaggi a livello. Vogliono esercitare pressione nei confronti...

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Vogliono condizionare la stategia dell’azienda, a proposito della possibile soppressione di uno o più passaggi a livello. Vogliono esercitare pressione nei confronti di Eav, l’azienda che gestisce i treni della Circumvesuviana, in un momento cruciale per il destino del servizio pubblico potenzialmente aperto a milioni di cittadini. È questa l’ipotesi centrale battuta dagli inquirenti nei giorni immediatamente successivi i raid teppistici consumati in pochi giorni.

Venerdì scorso, l’impatto tra un treno e un frigorifero adagiato sui binari, allarme e indignazione collettiva, mentre in Procura si ragiona su un’ipotesi in particolare: i quattro episodi teppistici non sarebbero scollegati, estemporanei gli uni dagli altri, semplicemente fine a loro stessi. Ci sarebbe una regìa unica. E non è tutto. Dietro elettrodomestici e dissuasori piazzati sui binari ci sarebbe un piano organizzato. Finalizzato a cosa? Con quale obiettivo? Imporre all’Eav di modulare la propria strategia, di riorganizzare il proprio asset su un’intera fetta di linea ferroviaria e di rinunciare alle proprie scelte. Questione di sicurezza e di appalti su cui Eav - in quest’ottica di sapore estorsivo - dovrebbe fare un passo indietro. 

Siamo in via Crapolla, a pochi minuti da Pompei, tratto di campagna intervallato da abitazioni, binari usati come discariche, qualcuno non vuole la soppressione del passaggio a livello. Qualcuno si oppone alla riorganizzazione degli snodi, che in un territorio depresso come quello vesuviano equivalgono a un pezzo di economia. Bloccare i passaggi a livello significa costringere auto e pedoni ad un lungo giro, a deprimere zone che storicamente rappresentano presìdi territoriali fissi. Un modo per ridisegnare le esigenze dell’azienda sul territorio che, evidentemente, a qualcuno non sta bene. Ed è in questo scenario che va avanti l’inchiesta della Procura di Torre Annunziata. Al lavoro gli inquirenti oplontini coordinati da un veterano dell’azione investigativa del calibro del procuratore Nunzio Fragliasso

Si valutano i quattro episodi avvenuti tra febbraio e il primo marzo, nessuna pista viene al momento esclusa, anche se c’è uno scenario che spinge gli inquirenti a guardare decisamente lontano. Inchiesta per attantato alla sicurezza dei trasporti, un reato che va inserito all’interno di un piano finalizzato a destabilizzare i piani dell’azienda. Non sono mancati in questi giorni, contatti con i vertici Eav, dal momento che lo stesso presidente Umberto De Gregorio, su Il Mattino, ha esplicitamente parlato di «sabotaggio», da non confondere con l’azione di babygang o di teppisti di zona. 

Ma restiamo ai quattro episodi fino a questo momento censiti. Si va dal 17 febbraio alla fine del mese e c’è un dato che non è sfuggito agli inquirenti. Al lavoro i carabinieri della compagnia di Torre del Greco, dal primo al quarto raid c’è stato un aumento di intensità e di gravità degli episodi messi a segno. È come se si fosse volutamente alzare il tiro dei raid, per essere sempre più convincenti e persuasivi nei confronti dei vertici aziendali. Si va dalla vasca da bagno in vetroresina a rottami o inerti sempre più pesanti e potenzialmente pericolosi. Una escalation, figlia della volontà di imporre il proprio radicamento sul territorio. Da qualche mese, d’altronde, le scelte aziendali a proposito di mobilità e passaggi a livello erano state rese note, quanto basta per dare inizio da parte di qualcuno a un piano operativo. E proviamo a scavare.

Oltre ai passaggi a livello c’è molto altro. Rimaniamo nel campo delle ipotesi investigative, alla luce della riorganizzazione dell’azienda che ha messo in campo investimenti per migliorare il servizio da offrire agli utenti. Come è noto, alcuni punti della circum sono presidiati da agenti di polizia privata, lavoratori onesti che fanno capo ad aziende che hanno acquisito appalti in modo cristallino. Ma si tratta comunque di un segmento di mercato che fa gola a molti, o comunque che fa gola a chi potrebbe avere interesse a creare scompiglio e far valere la propria presenza sul territorio. Inutile dire che agli atti ci sono le immagini ricavate da alcune telecamere che presidiano alcune zone a ridosso del tratto preso di mira dai teppisti. Anche le telecamere sono da sempre un affare da non sottovalutare. Non è un caso che ieri mattina, nel corso di una riunione con il prefetto Michele di Bari, si è fatto riferimento alla necessità di estendere la videosorveglianza su un’ampia fetta di territorio servita dalla Circum. Intanto, nel fascicolo si mettono insieme alcune tracce lasciate dai teppisti nel corso dei quattro raid consumati: l’ultimo episodio è quello del frigorifero, che risale a venerdì primo marzo. Dieci giorni prima, invece, la vasca da bagno in vetroresina; a fine febbraio, un new jersey, a inizio mese erano state impiegate lastre di cemento. Strategie eversive, pm al lavoro.

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Il Mattino