Circumvesuviana, i conti non tornano: «A rischio anche gli stipendi»

Circumvesuviana, i conti non tornano: «A rischio anche gli stipendi»
«In Eav lo sanno che si lavora anche d’estate? Io finisco di lavorare alle 15 a Somma Vesuviana e rientro a Scafati alle 18 perché sono saltate tutte le...

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«In Eav lo sanno che si lavora anche d’estate? Io finisco di lavorare alle 15 a Somma Vesuviana e rientro a Scafati alle 18 perché sono saltate tutte le coincidenze: ho aspettato due ore in stazione». Nel primo giorno con l’orario estivo, che fino al 31 agosto taglia decine di corse e cancella due intere linee, i pendolari della Circumvesuviana usano soprattutto i social per sfogarsi e raccontare i propri disagi. Messaggi di protesta sulle pagine Facebook e anche su quella ufficiale dell’Eav che raccontano il trasporto pubblico campano.



Criticità sparse ovunque: c’è chi spiega il calvario che ha vissuto e chi dice che, arrivato in stazione, non ha trovato il treno (la notizia del nuovo orario è stata diffusa soltanto domenica in tarda mattinata). Problemi anche per gli autobus sostitutivi della linea Torre del Greco-Centro direzionale. Il servizio è gestito da un’azienda esterna e secondo quanto segnalato dagli utenti, l’autobus fa un giro lunghissimo e si perde tra le strade dell’hinterland. E poi, i ritardi, che si aggiungono alle corse soppresse: è accaduto almeno quattro volte ieri, mentre una corsa è stata soppressa nella tratta tra Nola e Napoli a causa di un’improvvisa avaria del treno.

Insomma, prove tecniche di inferno, con i problemi mitigati solo in parte da una minore affluenza di passeggeri per via dell’estate e, soprattutto, dall’assenza degli studenti, che solitamente affollano i treni. «Per l’ennesima volta questa scelta condanna all’isolamento un’intera area della provincia», spiega Enzo Ciniglio, portavoce del comitato dei pendolari. 

Eppure il peggio potrebbe dover ancora venire. La decisione di tagliare le corse e le linee è stata presa da Eav dopo che i macchinisti hanno rifiutato lo straordinario, necessario per garantire tutti i turni poiché l’azienda è sotto organico. È vero, sono stati assunti nuovi macchinisti, ma devono essere formati per almeno un anno e in Eav i formatori sono soltanto due. Tutto procede con lentezza. Nel frattempo, si ricorre allo straordinario in maniera sistematica e basta rifiutare le ore in più per generare il caos. Peraltro, il rifiuto rientra tra i diritti del lavoratore. Un corto circuito, che adesso potrebbe portare a un punto di non ritorno. 

La pandemia ha fatto crollare gli incassi, l’Eav non ha soldi e il baratro è vicino. «L’azienda non intende più accettare ogni forma di protesta selvaggia e ricattatoria», avverte il presidente Umberto De Gregorio, che con un post su Facebook ieri ha fatto chiaramente capire che, se la crisi dovesse prolungarsi, sono a rischio gli stipendi, a cominciare dalla quattordicesima. «Forse qualcuno non ci crede che siamo in difficoltà finanziarie serie: prima il Covid (50 milioni in meno di ricavi di traffico in 24 mesi), poi la crisi energetica (oltre 12 milioni di euro in più ad anno). Anfisa (Agenzia sulla sicurezza ferroviaria, ndr) giustamente ci chiede maggiore manutenzione e quindi più costi. L’elenco potrebbe continuare. Oggi il senso di responsabilità di tutti deve prevalere, perché se il servizio peggiora e di nuovo perdiamo utenti e ricavi da traffico, non ci sarà spazio per miglioramenti retributivi ma soltanto per tagli. Oggi abbiamo il problema di pagare la 14esima mensilità, che è seriamente a rischio».

E un monito lo ha lanciato pure il presidente della Regione, Vincenzo De Luca: «Oltre agli investimenti tecnologici, al rinnovo dei vagoni occorre senso di responsabilità. Nessuno può pensare di mantenere le cattive abitudini che abbiamo coltivato per decenni, anche all’Eav». La speranza, secondo il governatore, sono i giovani: «Abbiamo immesso in servizio oltre 1200 giovani e vorremmo che non fossero deformati dalle cattive abitudini». 

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Il Mattino