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NAPOLI - Parla lo zio di Ciro Esposito. «De Santis aggredito? Certo, lo abbiamo sempre detto anche noi, solo che è stato aggredito dopo aver sparato e dopo aver perso l'arma.
Anche perchè mi sembra illogico che ci sia chi abbia aggredito a mani nude uno che aveva in mano una pistola». È proprio Vincenzo a spiegare la reazione della famiglia del ragazzo morto dopo essere stato colpito lo scorso 3 maggio prima della finale di Coppa Italia.
La famiglia Esposito ha appreso oggi i risultati della perizia dei tecnici del Racis nominati dal gip nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Ciro, in cui i tecnici ritengono che Daniele De Santis abbia sparato dopo essere stato assalito e ferito dai tifosi napoletani. «Non appena emergono dei dettagli sulla colpevolezza di De Santis - prosegue Enzo Esposito - arriva subito una svolta che potrebbe favorirlo. Io credo che questi siano messaggi che qualcuno manda a De Santis, per fargli capire che non rischia tanti anni di carcere e si convinca a non parlare e a non denunciare chi c'era con lui quel giorno e chi aveva organizzato quel raid contro i napoletani».
«La nostra - spiega Enzo Esposito - è una casa di cristallo, siamo stati trasparenti fin dal primo giorno. Abbiamo sempre detto che De Santis ha sparato a mio nipote e poi la pistola gli è caduta e che solo a quel punto i tifosi napoletani lo hanno aggredito. Dall'altra parte ci sono troppe ombre, ricordiamoci che questo signore aveva già accoltellato un questore a Brescia anni fa e non ha subito conseguenze, evidentemente c'è qualcuno che lo copre. Basta guardare l'evoluzione dei fatti: prima dicevano che avesse perso una gamba, ora sta bene ma resta nell'ombra». La famiglia Esposito, comunque, resta convinta che «alla fine - conclude lo zio di Ciro - giustizia verrà fatta, troveremo un giudice che toglierà il velo che copre questa storia». Leggi l'articolo completo su
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