Da oggi Napoli ha un cittadino in più. Si chiama Abdullah Ocalan, detto "Apo" ("lo zio"). Di anni 65. Leader del movimento di liberazione curdo. Segni...
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«Un'iniziativa - ha chiarito De Magistris - che non vuole essere contro, ma per: per costruire un ponte di pace e di dialogo, per dare voce ad un popolo oppresso che chiede diritti e libertà.
Visibilmente commossa, Dilek Ocalan ha ringraziato: «Diciassette anni fa, con un complotto internazionale - ha detto - si è cercato di tagliare la lingua all'intero popolo curdo. Ma quel tentativo è fallito e lo dimostra il fatto che oggi siamo qui». Una scelta, quella dell'amministrazione napoletana, che non poteva piacere a tutti. Né sono mancate pressioni, da parte dell'ambasciata turca - passate, a quanto pare, anche attraverso la Prefettura - perché l'iniziativa fosse impedita. «Ma noi crediamo nella diplomazia dal basso - ha rivendicato De Magistris - Nessuno pensi di farci rinunciare alla nostra ambizione di perseguire la giustizia e la pace e di dare il nostro sostegno ai popoli che ambiscono a giustizia e pace. Da questo punto di ista, noi ci schieriamo: non contro, ma per».
Dalle 18, dibattito e musica al teatro Politeama. Con De Magistris e Dilek Ocalan discute Nicola Quatrano, presidente di Ossin, osservatorio internazionale per i diritti umani. A seguire concerto con 99Posse, Daniele Sepe, E Zezi, Jovine, Franco Ricciardi, Granatino, Enzo Dong, O’Rom, Daniele Sansone, Zerocalcare ed altri. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino