Napoli. Pizzo su cd e dvd, blitz contro il clan Mazzarella: cinque arresti|Video

Napoli. Pizzo su cd e dvd, blitz contro il clan Mazzarella: cinque arresti|Video
Napoli - Vendevano droga ed estorcevano denaro a rivenditori all'ingrosso e al minuto di cd e dvd riprodotti illecitamente, facendosi pagare somme variabili dai 250 ai 2.500...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Napoli - Vendevano droga ed estorcevano denaro a rivenditori all'ingrosso e al minuto di cd e dvd riprodotti illecitamente, facendosi pagare somme variabili dai 250 ai 2.500 euro ogni mese.




Cinque persone, ritenute responsabili a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione e spaccio di stupefacenti, sono state arrestate dai finanzieri del Gruppo di Fiumicino in esecuzione di un'ordinanza cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea.







Tra gli arrestati c'è Vincenzo Mazzarella, detto «Harry Potter», 32 anni, figlio di Salvatore Mazzarella detto «'o cuntrario», già a capo, con i fratelli Ciro e Vincenzo, del clan Mazzarella. Il provvedimento trae origine da un'indagine della Dda di Napoli che ha permesso di documentare i collegamenti tra gli indagati che operano nell'orbita del clan Mazzarella, attivo nelle zone Mercato e Porta Nolana a Napoli.



Gli inquirenti hanno accertato che il gruppo camorristico aveva pronta disponibilità di armi, tra le quali una pistola calibro 9 con matricola abrasa e due pistole mitragliatrici. Il nucleo delle indagini è costituito dal contenuto delle conversazioni intercettate e dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, gran parte dei quali già affiliati allo stesso clan Mazzarella.



I finanzieri del gruppo Fiumicino hanno eseguito le misure cautelari personali emesse dal gip del Tribunale di Napoli, Isabella Iaselli, su richiesta dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, Catello Maresca e Francesco De Falco, nei confronti di altrettanti appartenenti al clan Mazzarella- storico sodalizio dei quartieri della Maddalena, Mercato, Case Nuove e Soprammuro di Napoli - specializzato - secondo gli investigatori - in una vasta gamma di reati - dall'usura ai traffici di stupefacenti; dal commercio di armi alla gestione ed al controllo del mercato della contraffazione e della pirateria audiovisiva - e con una elevata disponibilità di armi comuni e da guerra.



Tutte le persone colpite da cattura avevano ruoli e compiti di primissimo piano, e, più volte, avevano preso parte ai vari gruppi di fuoco organizzati per affermare il violento e totale controllo del territorio, in opposizione agli altri clan, con il preciso fine di rimpinguare le «casse criminali» con sempre maggiore liquidità, da reinvestirsi subito nel mantenimento degli affiliati, nei tipici traffici delinquenziali ed in attività economiche apparentemente lecite.



Le indagini - partite da episodi di pirateria audiovisiva e contraffazione marchi e condotte con un massiccio impiego di strumenti tecnici - hanno fatto emergere l'esistenza di condotte estorsive ai danni anche dei rivenditori di cd e dvd pirata e di merce contraffatta, nonchè il traffico di stupefacenti e di armi. Le attività investigative, corroborate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, hanno riguardato clan Mazzarella ed, in particolare, 5 tra promotori e compartecipi, tutti giovani e che, dal 2006 in avanti, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che deriva dall'appartenenza al clan, hanno estorto, con minacce e rappresaglie, ai commercianti della zona, una vera e propria percentuale sui profitti d'impresa, quasi una
«Ires di camorra» come l'hanno definita gli investigatori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino