Claudio Palomba prefetto di Napoli: «Sicurezza, ora si cambia. E ai privati chiedo più fatti»

Claudio Palomba prefetto di Napoli: «Sicurezza, ora si cambia. E ai privati chiedo più fatti»
«La sicurezza? Non c'è dubbio: deve essere materia condivisa, una materia che investa la responsabilità dello Stato, ma anche dei privati, che non possono...

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«La sicurezza? Non c'è dubbio: deve essere materia condivisa, una materia che investa la responsabilità dello Stato, ma anche dei privati, che non possono limitarsi a chiedere o a fare enunciazioni di principio. Devono farsi avanti, con fatti concreti».

Fatti concreti, che non ci sono stati, finora, sembra di capire: vero prefetto?
«Da quando mi sono insediato a Napoli ho fatto decine di incontri con le associazioni di categoria, le stesse che oggi - a buon diritto - chiedono interventi concreti».

E come è andata?
«Non ho alcuna intenzione di entrare in polemica, mi basta fare qualche esempio».

Prego.
«Penso alla Galleria Umberto e a piazza Plebiscito».

Cosa è accaduto con queste due esperienze?
«Anche lì tanta indignazione, tante enunciazioni di principio, tanta voglia di fare. Ho incontrato privati cittadini, associazioni di categoria e associazioni condominiali, ma lo scenario non è cambiato. Vede, da quando sono a Palazzo di Governo, la mia porta è sempre aperta e la stanza è rimasta vuota. Andremo avanti fino in fondo per la riqualificazione e il rilancio (in termini di sicurezza e di decoro) per piazza Plebiscito e per la Galleria, ma il contributo dei privati al momento non si è visto». 

Toni moderati, ma decisi da parte del prefetto Claudio Palomba. Alle sette del mattino è al suo posto in ufficio, ha letto i giornali e sa della richiesta della città di presidiare snodi cruciali come piazza Trieste e Trento, nello stesso giorno in cui c'è il sangue di un operaio estraneo ai clan a macchiare la periferia orientale di Napoli.

Prefetto, in un flash mob, si chiedono risorse al centro e in periferia. Ma è possibile secondo lei accettare la scena di un turista con la pistola dei rapinatori alla tempia? È accaduto in via Santa Lucia e a piazza Trieste e Trento.

«Partiamo da un presupposto: un poliziotto in ogni angolo della strada non lo possiamo mettere, nei prossimi giorni abbiamo un comitato dove verranno di sicuro prese misure di rafforzamento per il controllo nelle zone critiche nelle ore serali; pra presiedo una riunione tecnica con esponenti del ministero per la riattivazione delle videocamere, mi riferisco alla manutenzione e al contratto con il gestore».
In concreto cosa accade nell'immediato?

«Valutiamo anche la dislocazione dei presidi dei militari, da via Partenope a via Santa Lucia, ma anche da via Toledo a piazza Trieste e Trento, in una logica dettata dallo spirito di abnegazione di sempre, dal buon senso e dalla capacità di elasticità da parte di tutti».

Oggi le associazioni di categoria si mostrano soddisfatte per la sua disponibilità a stare accanto ai commercianti vittime di rapine e raid armati, si dicono anche disponibili a contribuire con investimenti in materia di telecamere, ma lamentano intoppi burocratici che avrebbero frenato le loro iniziagtive. Che ne pensa?
«Come le ho detto, la mia porta è sempre aperta. E non abbiamo mai sollevato cavilli burocratici, anche se ogni iniziativa di rilievo pubblico va concordata con noi. Non mi rivolgo alle singole sigle che sono attive in queste ore, ma in generale il contributo del privato deve essere fattivo, concreto: illuminazione, decoro urbano, videocamere, sicurezza in genere, le assicuro che non buttiamo niente, non rifiutiamo alcun intervento e alcun contributo».

Prefetto, dagli arresti sulla mattanza di Ponticelli emerge la capacità di killer armati che sparano per sessanta metri in pieni giorno.


«C'è un problema in materia di videosorveglianza a Ponticelli e a Pianura, questo è fuori di dubbio. Stiamo modulando gli interventi, oggi riunione tecnica per la manutenzione, poi comitato sugli interventi sul territorio. Anche in questo caso, è necessario che ciascuno si faccia parte diligente, con propositi concreti e obiettivi mirati, al di là delle enunciazioni di principio e qualche lamentazione di troppo».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino