«Napoli è una città fantastica e ha delle aziende di grande qualità che a Ningbo troveranno un ambiente ideale per vedere a milioni di cinesi, siamo...
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«Ningbo - ha spiegato oggi Gao Homeang - è una città costiera cinese molto importante, ha il porto più grande del mondo che fa volumi di merci in transito enorme. Siamo molto vicini a Shangai da cui ci separa uno stretto ma siamo unite da un ponte che permette di essere lì in pochissimo tempo. Napoli e Ningbo sono molto simili, due città complementari. Ningbo ha un pil di 100 miliardi renmibi (circa 13 miliardi di euro, ndr), siamo un polo produttivo importante ma vogliamo anche aprirci sempre di più al mondo e per questo diamo il nostro benvenuto alle aziende napoletane, che verranno da noi, creando sinergia con le imprese cinesi e puntando su un forte sbocco per le merci. Il processo di sviluppo che stiamo portando avanti con Napoli si inserisce nel progetto tra Italia e Cina nell'ambito della Via della Seta, e porta alla nascita di un village sulla sartoria e artigianalità, che abbiamo voluto chiamare Da Vinci Village. Ci rivolgiamo alle aziende italiane cominciando proprio da quelle di Napoli e della Campania».
Il progetto è stato presentato a Napoli nell'ambito del convegno “Sino Italian Handcraft & Tailor City”,organizzato da Cna. «Il progetto - spiega il vicepresidente nazionale di Cna Giuseppe Oliviero - si articola in tre fasi con un incubatore e una galleria commerciale a Shaoxing e poi, in due anni, la nascita del Da Vinci Village a Ningbo. È un processo di export che vede Cna proiettata nel mercato cinese e dimostra la capacità delle piccole imprese di fare rete insieme a una associazione di categoria come Cna per trovare in Cina uno sbocco importante per i loro prodotti. Le imprese campane saranno i primi ambasciatori dell'Italian style nel mercato cinese». Il Da Vinci Village coprirà una estensione di 120.000 metri quadrati, metà dedicate ad un nuovoo quartiere ed residenziale di Ningbo e metà al centro commerciale Da Vinci. L'area è vicina anche alla città di Shaoxing che rappresenta il 39% della produzione del tessile sintetico mondiale e ad Hangzou, la città sede di Alibaba. Le tre città insieme hanno 45 milioni di abitanti con una crescita enorme della classe media che chiede prodotti di qualità e ama lo stile italiano. «Porteremo - conclude Oliviero - 150 brand italiani ma ci sarà anche un'area di internazionalizzazione per il business e uno spazio per creare una contaminazione culturale tra i nostri giovani e i loro coetanei cinesi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino