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Ore di attese e disagi al centro vaccinale di Quarto. Da giorni si susseguono segnalazioni, post sui social e video che riprendono anziani costretti a lunghe code, talvolta anche all'aperto, prima di accedere all'interno della struttura a ridosso della parrocchia San Castrese.
Tra l'orario della prenotazione e l'effettiva vaccinazione c'è uno scarto anche di tre o quattro ore, con il risultato che assicurare distanziamento e file ordinate è sempre più complicato. «Mi avevano convocato per le 10,30 e sono andato via poco dopo le 14», racconta un anziano. Qualcuno, ieri mattina, ha persino minacciato di contattare i carabinieri. La rabbia e la tensione cresce con il passare dei giorni e non mancano litigi, polemiche e piccoli diverbi.
A Quarto venivano dirottati essenzialmente i residenti di Marano. Da qualche giorno, però, la situazione è mutata: nell'hub flegreo, ritenuto tra i migliori della provincia, giungono anziani provenienti anche da altri comuni dell'hinterland. «Abbiamo accolto con favore la richiesta dell'Asl Napoli 2 nord di rendere il centro vaccinale di Quarto una struttura sovracomunale - spiega il sindaco del comune flegreo Antonio Sabino -. La platea degli utenti si è ampliata notevolmente: circa 170mila cittadini, scaglionati in diversi giorni, saranno vaccinati a Quarto. Nel nostro comune si vaccinano residenti a Marano, Quarto, Villaricca, Qualiano e Mugnano. All'Asl chiederemo - sottolinea Sabino - di rivedere le modalità di convocazione in modo da contenere i disagi. C'è da dire, ad ogni modo, che si tratta perlopiù di persone fragili e ciò comporta, in relazione all'esecuzione di una corretta anamnesi dei pazienti, un inevitabile allungamento dei tempi». Tra gli anziani costretti alle lunghe code non mancano coloro che imprecano contro le amministrazioni dei loro comuni. «Marano, città di oltre 60mila abitanti, non ha un centro vaccinale - tuona Tommaso -. 80enni e persone fragili sono dirottati a Quarto. Non si è nemmeno pensato ad attivare una specifica navetta».
Lunghe file e assembramenti anche all'ospedale San Giovanni di Dio, che però tra qualche giorno saranno solo un ricordo. Il Comune di Frattamaggiore ha proposto alla Asl Napoli 2 Nord un ventaglio di sedi alternative e la scelta è caduta sulla palazzina che è destinata ad ospitare la sede dell'Inps, nell'area Pip.
Ad oggi le somministrazioni sono effettuate in ospedale con scene apocalittiche di file ed assembramenti.
Il Comune di Frattamaggiore aveva proposto alla Asl anche il centro anziani di via Lupoli o lo stadio comunale di via Ianniello. Alla fine l'interesse è caduto sulla palazzina che ospiterà la sede dell'Inps, che si trova nell'area Pip, al confine tra i comuni di Grumo Nevano, Arzano, Casandrino e Frattamaggiore, ed è facilmente raggiungibile dall'asse mediano. La palazzina è strutturata su due piani, ognuno di circa 800 metri quadrati, e divisa in 7 ambienti. L'esito del sopralluogo è stato positivo, quindi la nuova sede vaccinale sarebbe immediatamente operativa, decongestionando l'ospedale San Giovanni di Dio e cancellando le immagini delle lunghe file di gente in attesa del proprio turno. L'apertura di questa nuova sede dovrebbe avere riverberi positivi anche sul punto vaccinale di Sant'Antimo. Commenta un cittadino: «Ho la prenotazione alle 16 ma dalle persone in fila, credo che non riuscirò a vaccinarmi prima di sera».
A Pozzuoli, invece, un centro vaccinale sarà allestito al palazzetto dello sport di Monterusciello. Previsti otto box che consentiranno di fare circa 800 vaccinazioni al giorno. Saranno impiegati 20 medici specializzandi di recente arruolati dall'Asl e 10 infermieri per oltre 12 ore tutti i giorni. Il palazzetto affiancherà i centri vaccinali dell'ospedale di Pozzuoli e della casina vanvitelliana di Bacoli. Per il direttore dell'Asl Antonio D'Amore «il passaggio dai piccoli centri vaccinali alle grandi strutture è fondamentale per imprimere un ritmo ancora più elevato alla campagna vaccinale. Per fare questo abbiamo avuto bisogno di tempo così da poter reclutare personale aggiuntivo. Adesso abbiamo solo bisogno delle scorte di vaccino».
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Il Mattino