«Collirio», la mostra oltre Instagram: così Piscopo riflette sulle immagini

«Collirio», la mostra oltre Instagram: così Piscopo riflette sulle immagini
«Collirio» è la personale di Nicola Vincenzo Piscopo, una riflessione sulla sovrapproduzione di immagini che si è avuta con l'avvento del...

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«Collirio» è la personale di Nicola Vincenzo Piscopo, una riflessione sulla sovrapproduzione di immagini che si è avuta con l'avvento del digitale e gli effetti indotti sul consumatore visuale. L'inaugurazione è fissata per sabato 25 settembre, alle 11, nella Galleria Marocco (via Benedetto Croce 19, Napoli, curatrice Sara Maietta). A partire dal pensiero di Ludwig Wittgenstein («I limiti del linguaggio sono i limiti del mondo»), si dipana una possibile interpretazione della ricerca presente.

Per Piscopo, si traduce nella soggezione agli schermi, quindi nell’utilizzo di immagini preconfezionate che appiattiscono il genio, nell’evidenza di una pittura a bassa definizione e nell’eliminazione di porzioni delle immagini stesse. Le sue opere spaziano da soggetti celebri della storia dell’arte a elementi, iconici e no, che appartengono alla quotidianità digitale. Le figure umane, riportate su tele dal formato 16:9 – allusioni alle dimensioni di una Instagram Story - vengono tutte rappresentate con occhi e bocca dalle dimensioni sproporzionate. L’artista si rifà anche a uno dei filtri del social network al fine di enfatizzare l’attenzione sull’inversione dei sensi vista-gusto online. Nessuna resta. Ecco raffigurati dei bambini assuefatti dallo smartphone. Attraverso di loro, l'artista rivela quella che definisce un’allucinazione autodistruttiva nell’approccio contemporaneo all’esperienza del vedere. Ma è pur sempre un giovane pittore: Piscopo ha 31 anni. La mostra è anche un invito alla mobilitazione, un segno di speranza.

m.p.

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Il Mattino