Commercianti, scatta la serrata a Casamicciola: no a sequestro lidi

il manifesto dei commercianti di Casamicciola
Ha sollevato un vespaio di polemiche l'iniziativa dei commercianti di Casamicciola Terme che ieri, a poche ore dal sequestro operato da Procura e Guardia Costiera di tre...

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Ha sollevato un vespaio di polemiche l'iniziativa dei commercianti di Casamicciola Terme che ieri, a poche ore dal sequestro operato da Procura e Guardia Costiera di tre stabilimenti balneari che non avevano le carte in regola, hanno effettuato una serrata di un'ora delle loro attività per protestare contro quello che in un pubblico manifesto considerano essere «il continuo intervento dello Stato in modi e tempi errati e che causano danni irreversibili alla economia locale».


Una critica, quella di ieri, che ha assunto i contorni di una risposta piccata nei toni usati dagli operatori commerciali preoccupati dai controlli a tappeto di Nas in ristoranti e supermercati e della guardia costiera sugli scarichi termali degli alberghi e sulle attività di balneazione, che portano sempre più a sequestri di forte impatto mediatico, considerato il fattore alta stagione turistica.

Solidarietà - e tanta - fra gli operatori turistici e commerciali, perplessità da parte delle organizzazioni istituzionali di categoria, netta presa di distanza - almeno nella ufficialità dei ragionamenti - è stata invece espressa dalle istituzioni territoriali. A chi si preoccupa infatti dello stop all'economia locale ed alla negativa ricaduta d'immagine per tutto il comparto turistico, si risponde infatti che gli interventi posti in essere, rientrano nel legittimo "modus operandi" di chi è addetto ai controlli del territorio e deve far applicare la legge.


I tre lidi sequestrati a Casamicciola, intanto, resteranno chiusi fino a diversa decisione del tribunale del Riesame oppure del Tar, perché a convalidare il sequestro era intervenuto anche il gip. Si prospettano dunque tempi lunghi per i gestori delle tre strutture, rei - secondo la Procura a non aver ottemperato nella stagione invernale a smantellare le piattaforme in acciaio e legno e le loro sovrastrutture, rendcendo così inagibile la concessione che prevede l'installazione di strutture mobili e non definitive, come di fatto poi sembra che siano diventate. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino