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Dal Patto per Napoli di Manfredi al Progetto per Napoli di Maresca. Così il magistrato anticamorra cerca di superare l'impasse dei simboli dei partiti, questione ritenuta «importante ma non fondamentale», andando dritto al programma da presentare ai suoi elettori, una volta sciolta la riserva sulla candidatura. Simboli sì, simboli no, con o senza logo che richiami il suo progetto, Maresca ha deciso di sottoporre ai partiti di centrodestra, che potrebbero sostenerlo nella corsa a Palazzo San Giacomo, 17 punti programmatici. Ci sono Napoli Est, lavoro, sicurezza, giovani e la risorsa mare, sulla quale Maresca punta tantissimo. Punta a riappropriarsi dell'intera linea di costa (da Pietrarsa a Nisida).
«La questione dei simboli dei partiti - spiega al Mattino Maresca - viene dopo quella molto più seria e delicata che è il programma di governo per Napoli. Io lo chiamo Progetto per Napoli ed è agli antipodi rispetto alla restaurazione che vuole imporre l'alleanza contro natura tra Pd e M5S con la sinistra radicale. Loro a Napoli governano ininterrottamente da 30/35 anni. Io non ho nulla contro Manfredi, ma trovo stucchevoli le sue promesse di cambiamento.
Poi l'appello: «Chiedo a tutti i napoletani consenso su un progetto che presenterò appena avremo concluso ogni discussione con quelle formazioni civiche e quei partiti che vorranno essere parte integrante di questa grande rivoluzione. Appena i partiti avranno firmato il Progetto per Napoli, sono sicuro che la questione dei simboli verrà ritenuta importante ma non fondamentale. Il cemento ideale che terrà unita la coalizione del Progetto per Napoli sarà proprio la città. La terza metropoli d'Italia con noi tornerà a splendere e ridiventerà la capitale culturale ed economica del Mediterraneo».
Intanto a Roma si gioca la partita più importante, quella delle alleanze. Oltre a Fi, FdI e Lega, nella partita c'è anche Coraggio Italia, che con i suoi leader nel ruolo di pontieri sta tentando di trovare una soluzione condivisa da tutto il tavolo del centrodestra. Si sta pensando di organizzare un incontro informale, ma chiarificatore, tra i leader dei partiti di coalizione e lo stesso magistrato. Ad oggi la situazione è la seguente. Fi potrebbe accettare (bisognerà vedere se avrà il placet di Maresca) la mediazione, alla quale stanno lavorando Stefano Caldoro, Antonio Tajani e Fulvio Martusciello, di inserire nel simbolo degli azzurri la dicitura Progetto Napoli.
La Lega continua a dire che del simbolo si può anche fare a meno e intanto il leader del Carroccio Matteo Salvini continua a flirtare con il pm: «Non ho incontrato Maresca. Penso che sia il candidato migliore per rilanciare la città, spero che lo pensino tutti gli alleati di centrodestra», ha ribadito ieri da Santa Maria Capua Vetere. La vera difficoltà resta quella di convincere Giorgia Meloni, che pare non voler arretrare di un passo rispetto alla candidatura a sindaco di bandiera di Sergio Rastrelli. Margini di trattative ce ne sono ancora ed entro sette, massimo dieci giorni, si chiuderà il cerchio. Se la Meloni decidesse di appoggiare Maresca si potrebbe aprire l'ipotesi avanzata dal deputato Vittorio Sgarbi di «un tridente sul modello romano». Con Maresca e Rastrelli in ticket e per bilanciare un tecnico come assessore alla Cultura. Intanto le tensioni tra Maresca e i forzisti si sono allentate: ieri il pm ha cenato ad Ottaviano con l'eurodeputato di Fi Aldo Patriciello e il sindaco Luca Capasso.
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