Comune di Napoli, sbloccati cento milioni per nuovi investimenti

Comune di Napoli, sbloccati cento milioni per nuovi investimenti
«La scommessa è quella di portare alla città investimenti aggiuntivi al Pnrr per circa 100 milioni». L'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta...

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«La scommessa è quella di portare alla città investimenti aggiuntivi al Pnrr per circa 100 milioni». L'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta riflette ad alta voce mentre lascia la commissione Bilancio presieduta da Walter Savarese della lista Manfredi sindaco. In quella sede Baretta ha presentato il consuntivo di bilancio - eredità della passata amministrazione - dove tutto più o meno si sapeva: vale a dire che tra disavanzo di 2,2 miliardi e debito finanziario 2,8 miliardi su Palazzo San Giacomo grava un debito complessivo di 5 miliardi. Un passaggio non scontato - molti dei consiglieri dovranno approvare un bilancio al quale non hanno contribuito - ma ineludibile che verrà formalizzato in Consiglio comunale tra il 13 e il 16 di questo mese. Tuttavia, la prossima tappa sarà molto più impegnativa se anche piena di opportunità: si tratta del varo del bilancio di previsione 2022-2024 che presumibilmente avverrà il 31 maggio in giunta per poi approdare in Consiglio a metà giugno. Il primo vero atto dell'era Manfredi. «La predisposizione del bilancio - si legge nella relazione di Baretta in Commissione - sarà un indicatore delle scelte che intendiamo compiere insieme, per dare corpo attraverso le poste finanziarie indicate per il triennio, alla nostra idea di città, sia pure all'interno di compatibilità finanziarie che, nel nostro caso, come ben sappiamo, sono, a dir poco, particolarmente ristrette» ammonisce l'assessore. 

Sarà per questo - che sempre dalla commissione - è venuta fuori la scommessa da 100 milioni. Per dare un po' di brio a questo primo pezzo di consiliatura dove alle belle notizie come l'incasso del Patto per Napoli che vale 1,3 miliardi ancora non corrispondono effetti concreti sulla città. E va sottolineato - al riguardo - che Manfredi è da soli 6 mesi in sella, ha seminato e a breve dovrebbe arrivare il tempo del raccolto. Se si considera, a proposito dei 100 milioni, che la spesa per investimenti negli ultimi anni è stata di zero euro è un bel passo in avanti. Si tratterebbe di investimenti in purezza sulla città, nella sostanza opere. Su quali opere trapela poco o nulla. Anche perché la somma è aggiuntiva al Pnrr che vale 5 miliardi da spendersi entro il 2026. E questo significa che più o meno la metà sarà spesa nel triennio del bilancio di previsione. E di opere in cantiere già ne sono state messe tante. Probabile che Manfredi decida di griffare la sua Napoli proprio con questi investimenti aggiuntivi. Tenendo presente che le priorità per i napoletani sono sempre le stesse così riassumibili: strade, trasporti e rifiuti.

Il bilancio non è solo questione di strategia politica, è soprattutto numeri che devono essere collegati per forza al Patto per Napoli. Lì dentro c'è scritto che il Comune deve migliorare la riscossione, «la madre di tutti i problemi». Del resto le entrate da tributi sono ferme al 38% vale a dire che il 62% dei napoletani non paga. Mentre le entrate da sanzioni sotto l'8%. Sostanzialmente assieme al previsionale si esternalizzerà anche la riscossione come è scritto nel Patto. Ma nel previsionale la spina più grande che dovrà affrontare il sindaco è l'aumento dell'addizionale Irpef che assieme alla tassa di imbarco di 2 euro costituirà la spina dorsale del Patto, la garanzia che il Comune affronta strutturalmente il debito. 

A proposito di debito finanziario che ammonta a 2,8 miliardi - di cui 2,4 con Cdp - trapela che le interlocuzioni per abbattere i tassi di interesse di cui si compone quasi la metà del debito con la Cassa sono difficili. Torna di moda così l'idea che Palazzo San Giacomo possa aderire allo strumento che si chiama Accollo del debito allo Stato. E Cdp è dello Stato. Che non significa non pagare il debito, ma abbattere gli interessi perché a trattare sarebbe lo Stato. Una norma ideata dalla viceministra Laura Castelli che in una intervista a Il Mattino di qualche giorno fa ha sintetizzato così la situazione: «Ho costruito la norma sull'accollo del debito dei Comuni da parte dello Stato. È una norma che tutti i Comuni d'Italia potranno utilizzare già nei prossimi mesi e che serve per ristrutturare e rinegoziare il debito, arrivando a ridurre la spesa per interessi». 

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Il Mattino