Comune di Napoli, per il Giubileo nuova stangata sui turisti

L'assessore Baretta: «Ma refezione e asili nido sono salvi»

Il sindaco Manfredi con l’assessore al Bilancio Baretta
La maratona del bilancio previsionale 2024 è durata tutta la notte, ma prima è stata approvata la delibera sull’aumento per le tariffe «dei servizi a...

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La maratona del bilancio previsionale 2024 è durata tutta la notte, ma prima è stata approvata la delibera sull’aumento per le tariffe «dei servizi a domanda individuale» nella sostanza i servizi non essenziali. Solo quando nell’Aula di via Verdi è arrivato il crepuscolo cioè dopo 10 ore di dibattito è iniziata la discussione sul bilancio di previsione 2024-2026. Dove l’assessore Pier Paolo Baretta ha annunciato che non ci saranno aumenti né nuove tasse per i napoletani ma si lavorerà per incassare di più da riscossione e altri servizi: «È necessario - spiega Baretta - porre una maggiore attenzione all’intera problematica delle Entrate, proponendoci l’obiettivo di incrementare, senza ricorrere ad ulteriori tasse o tributi, come ad esempio, la possibilità, in vista del Giubileo, di incrementare l’imposta di soggiorno». Per Baretta «Dobbiamo concentrarci su campi ancora poco esplorati, quali, ad esempio, i canoni patrimoniali, la pubblicità, i condoni, i servizi a domanda individuale, i canoni concessori, i ponteggi e cantieri, i passi carrai, le ztl, le strisce blu, i parcheggi, la tariffazione di biglietti e tariffe turistiche. Per quanto riguarda queste voci, alcune sono, francamente, inadeguate, ad esempio la pubblicità che porta solo 250mila euro». 

I numeri 

Quindi sui servizi non essenziali: «È opportuno effettuare un approfondimento ed urgente un piano di razionalizzazione, sia in ordine al recupero, in alcuni casi, di una evidente evasione, vedi la refezione scolastica dove spendiamo 18 milioni e ne incassiamo 7, sia di un adeguamento tariffario, semmai distinguendo tra il contributo che possono dare i napoletani e i residenti, da quello che possono dare gli ospiti dell’anno prossimo». Su questi servizi è passato un emendamento della maggioranza a firma di Fulvio Fucito molto chiaro: «Il Consiglio ha approvato all’unanimità l’accorpamento dei costi e delle entrate a tutti gli impianti sportivi, compreso lo Stadio Maradona. In questo modo la percentuale di copertura dei costi dei servizi a domanda individuale sportivi viene calmierata a beneficio dello sport di base. Ed inoltre per i servizi a domanda individuale da inquadrare nel settore business crediamo che sia giusto che la copertura ricada totalmente sugli utenti in misura del 100% a differenza dei servizi di natura sociale dove è più equo il rispetto della copertura del 36% avendo diversa finalità». Insomma, per i turisti e per chi utilizza la location Napoli giusto caricare le tariffe anche se il sindaco Gaetano Manfredi fa dei distinguo: «Va fatto un ragionamento organico va tenuto conto che l’incremento dei costi deve gravare essenzialmente sui turisti. Ci deve essere in via generale una differenza tra il costo per i residenti e per chi viene da fuori». Poi arriva l’ammonimento sul costo per l’uso di monumenti per riprese cinematografiche e televisive: «Servono tariffe non eccessivamente care perché il settore è un indotto molto importante per la città e dunque avere tariffe non particolarmente care è un modo per incentivare l’attrazione di questo tipo di eventi».

In questo contesto passa l’adeguamento del Dup - Documento unico di programmazione - con l’emendamento a firma di Nino Simeone dove il deposito Anm Stella Polare viene consacrato a parcheggio per i bus turistici. E anche un emendamento proposto dal gruppo Manfredi sindaco passato a maggioranza con 25 voti favorevoli, la contrarietà di Fdi, Fi, Gruppo Maresca e un astenuto, con il quale il Consiglio comunale vara il salario minimo - 9 ero all’ora - «nei contratti di appalto e in tutti i provvedimenti di concessione o autorizzazione, comunali o demaniali, da parte dell’Amministrazione». Una clausola sociale con la quale «il soggetto contraente dell’appalto o beneficiario della concessione o dell’autorizzazione, si impegna ad applicare, a pena di decadenza o risoluzione, il contratto collettivo, più attinente all’attività svolta, in ogni caso, non inferiore a quanto previsto dall'articolo 36 della Costituzione». 

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Il Mattino