Ercolano. Alle 11,39 arriva un sms sul telefonino dei giornalisti: «È arrivato Bassolino». È il colpo di teatro della festa regionale dell’Unità. Nelle antiche scuderie...
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«Sono qui per loro», precisa Bassolino. La presenza dell’ex governatore coglie tutti di sorpresa. Lui, da vecchio marpione, punge: «Sono stato invitato da Anna e Ida». Anna e Ida sono le addette alla segreteria del Pd. L’unico dei politici a sapere che l’ex presidente della Regione sarebbe arrivato a Ercolano è Marco Sarracino, il segretario provinciale dei Giovani democratici. «Mi ha chiamato stamattina (ieri, ndr) per avvisarmi», rivela. È l’inizio di una giornata intensa che vedrà alla festa il ministro della Difesa Roberta Pinotti e il capogruppo dei deputati Pd Ettore Rosato. Le elezioni a Napoli fanno da filo rosso, con la Pinotti che chiarisce la linea del partito (quello romano).
«Le primarie non possono essere il giudizio di dio, sono uno strumento potente se unito alla politica», dice il ministro della Difesa che cita il modello Ercolano, dove si è vinto senza le primarie con un candidato unitario. «Qui - aggiunge - si è avuto il coraggio di innovare». Una giornata cominciata sotto il segno di Bassolino: nei giorni in cui una sua candidatura a sindaco fa discutere il partito, vedere il convitato di pietra in carne e ossa alla festa del Pd suscita una domanda legittima: Bassolino si candida? È troppo navigato per ammetterlo ora, ma l’ex presidente della Regione fa capire che lui della partita non sarà semplice spettatore. «Le elezioni a Napoli e a Milano valgono più di una partita politica nazionale per Matteo Renzi. Ma in questo contesto la partita napoletana è molto più complessa. Perché qui non governiamo», riflette. Ma non è l’unica differenza tra Milano e Napoli.
«A Milano - fa notare - hanno già stabilito il percorso: c’è un punto fermo, è la data delle primarie, il 7 febbraio. Nel frattempo si può lavorare per convincere Pisapia ma comunque stando in campagna elettorale». Il messaggio di Bassolino è chiaro: vanno subito convocate le primarie. «Le primarie sono la regola, non farle è una decisione dell’assemblea», precisa.
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Il Mattino