Comune di Napoli, debito choc con l'ente dei ragionieri

Comune di Napoli, debito choc con l'ente dei ragionieri
L'ultima seduta dell'anno del Consiglio comunale si è aperta con il minuto di raccoglimento in ricordo di Hugo Maradona. Una seduta in cui ha tenuto banco il...

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L'ultima seduta dell'anno del Consiglio comunale si è aperta con il minuto di raccoglimento in ricordo di Hugo Maradona. Una seduta in cui ha tenuto banco il problema sicurezza del palazzo di via Verdi, dopo il doppio furto in dieci giorni dell'albero di Natale, ma l'assemblea è stata chiamata soprattutto a votare una serie di atti al fotofinish, da approvare entro il 31 dicembre. Tra questi il riconoscimento di debiti fuori bilancio da 1 milione 102mila euro per fitti passivi e oneri condominiali. In questa cifra è compreso un debito da 559mila euro nei confronti della Cnpr (Cassa nazionale previdenza ragionieri), dalla quale il Comune ha assunto in locazione l'immobile di Corso Arnaldo Lucci 66/82, sede di alcuni uffici dell'Ente del dipartimento ragioneria e risorse umane.



Palazzo San Giacomo ha in pratica utilizzato questi spazi (il contratto di locazione è stato sottoscritto nell'agosto 2004) ai fini istituzionali senza versare alla Cnpr due trimestri relativi al 2011 e senza tenere conto della somma corretta dell'indice Istat. Per gli uffici della ragioneria e dell'area personale il Comune ha versato negli anni 7,7 milioni di euro, a fronte degli 8 milioni e 279mila euro. Ma la lista dei creditori di Palazzo San Giacomo è lunga. Ci sono infatti in quel milione e 200mila euro di debiti fuori bilancio, anche importi da versare a società come Enel ed Eni e fitti non pagati di altre sedi comunali. Ad Enel energia il Comune dovrà corrispondere poco meno di 190mila euro; sotto la voce condomini vari ci sono ben 111mila euro di debiti accumulati; 8mila 900 euro dovranno andare all'Acer; alla società Ars Urbium 60mila euro di oneri condominiali per la sede di Santa Maria degli Angeli 1; infine 161mila euro ad Eni gas e luce.



Semaforo verde anche alla modifica e integrazione del Dup (documento unico di programmazione). Il principale progetto riguarda l'intervento di valorizzazione e rigenerazione urbana del Real Albergo dei Poveri. Il progetto da 100 milioni finanziato dal Governo, fortemente voluto dal ministro per il Sud Mara Carfagna, è stato inserito nel bilancio 2021/2023. Andrà però ridiscussa la destinazione d'uso di Palazzo Fuga. La maggioranza, dopo la relazione dell'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta, ha infatti chiesto di approvare insieme alla delibera una mozione di accompagnamento per approfondire le proposte presentate. «Quelle in delibera sono superate, adesso bisognerà spingere su una destinazione d'uso sociale-culturale» ha spiegato Sergio D'Angelo. Le finalità individuate dalla vecchia amministrazione: centri di prevenzione sanitaria, creazione di strutture che favoriscano l'occupazione delle donne, centro per la cura degli anziani, asili nido, spazi di coworking. Il sindaco ha poi chiarito: «Abbiamo firmato in questi giorni il protocollo d'intesa con ministeri del Sud e della Cultura che ha come oggetto anche la definizione di quello che sarà il Masterplan, che significa le varie destinazioni d'uso. Quelle del Dup sono le possibili, elencate in maniera molto generale. La cultura ci sarà di sicuro, ma sarà oggetto del lavoro che dovremo fare nelle prossime settimane d'intesa con i ministeri».



Al centro della discussione, anche l'attuazione del piano di razionalizzazione delle partecipate. Il nodo riguarda in particolare l'alienazione delle quote di City Sightseeing Napoli, (13,24%) ritenuta dal Comune «non indispensabile ai fini istituzionali dell'Ente». C'è stato però uno stop. Anm ha prima effettuato nel 2018 una perizia di stima delle quote pari a 175mila euro, ma poi ha deciso di non avviare la procedura, a causa del Covid. Secondo l'azienda sono venuti a mancare i presupposti di redditività del business della società a causa del blocco del mercato turistico. Sugli scudi il presidente della commissione Mobilità, Nino Simeone: «Perché non l'hanno venduta nel 2018, dopo aver effettuato la perizia? Adesso ci ritroviamo come scrive Anm con una società deprezzata».
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Il Mattino